Stati Generali della Psichedelia in Italia 2020: verso la “maturità psichedelica”
Dopo la prima volta degli Stati Generali della Psichedelia in Italia, organizzati a Torino nel dicembre 2019 dal network di Psy*Co*Re, oggi finalmente il tema, nelle sue varie sfaccettature e dimensioni, va conquistandosi sempre più spazio nelle librerie, sulle testate mediatiche e tra le menti d’Italia. A conferma di una prepotente crescita d’interesse per la ricerca scientifica, le applicazioni terapeutiche e il nuovo paradigma culturale legato agli psichedelici, ben distante da un certo stigma controculturale del passato e all’anacronistico proibizionismo che colpisce anche gli enteogeni.
Non a caso l’edizione 2020, svoltasi interamente via livestreaming online (SGPI20), ha offerto oltre 80 interventi internazionali, 4 tavole rotonde (fra cui la prima tavola rotonda sulla Respirazione Olotropica mai tenutasi in Italia), varie presentazioni ad hoc, eventi-off e dibattiti serali. Un entusiasmo confermato fin dall’intensa prima giornata (8 dicembre) interamente dedicata all’editoria di settore: una carrellata, dagli effetti quasi allucinogeni, sulle produzioni letterarie, fumettistiche e saggistiche sia risalenti al passato storico che alle produzioni più recenti.
Analogo il messaggio degli interventi snodatisi nei tre giorni successivi: è in forte crescita l’interesse generale verso queste sostanze e la loro variegata cultura, grazie soprattutto al traino dei successi in ambito bio-medico e psico-terapeutico. Un aspetto manifestatosi attraverso la ricca presenza di psichiatri (10), psicoterapeuti (9) e psicologi (14) – a testimonianza ormai della certezza, non solo tra gli “addetti ai lavori”, che promuovere la ricerca psichedelica può portare vantaggi sanitari enormi a livello individuale, culturale, sociale.
Un punto questo dato per scontato da vari relatori i quali, evitando di essere ridondanti, hanno piuttosto cercato di aggiornarci sui risultati più recenti e/o affrontato questo dato in modo critico. Piero Cipriano ad esempio, da psichiatra dissidente ha sottolineato la sua posizione: psichedelici per le persone, non per la diagnosi. Un approccio quindi di supporto e integrazione delle esperienze avute in stati di coscienza modificati, piuttosto che medicalizzazione degli stessi, sicuramente condiviso dalla visione presentata da Mauro D’Alonzo, psichiatra, e degli altri operatori che hanno reso possibile il progetto Intermedium a Torino.
Rispetto invece alle indagini scientifiche, alcune stimolanti prospettive sono venute dall’estero: Alessio Faggioli e Tomàs Pàlenìcek ci hanno aggiornato sugli avanzamenti della ricerca con ketamina e psilocibina alla clinica PsyOn di Praga; Marvin Daumichen, direttore scientifico del MIND Institute di Berlino, ha esplicitato il percorso che ha portato al primo trial clinico della psilocibina nella terapia per la depressione in Germania; gli ultimi aggiornamenti sulle attività dell’associazione non-profit statunitense MAPS sono invece arrivati da Federico Menapace; Luigi Espasiano, collaboratore con il centro di ricerca psichedelica dell’Imperial College londinese, è stata una delle voci a chiarire la fenomenologia della “dissoluzione dell’ego”; Danilo Di Gregorio e Samuel Vessière sono intervenuti delineando i progetti di ricerca in corso presso la canadese McGill University.
In Italia di fatto la ricerca per ora è limitata a lavori su stati di coscienza modificati e pratiche respiratorie (degni di nota gli studi di Andrea Zaccaro e Gabriele Penazzi, ricercatori rispettivamente presso l’Università di Pisa e di Trento), studi teorici e rielaborazioni di dati. In quest’ultimo ambito non mancano studi di qualità quali quelli presentati dai ricercatori Giovanni Petri e Tania Re, come anche le indagini in corso sull’Amanita muscaria, anticipate all’evento dagli autori Alessandro Novazio e Gianluca Toro. Di fatto anche nell’ambito dell’etnobotanica e della botanica psicoattiva sono emersi i lavori eccellenti di Luca Pasquali sulla pianta Boophone Distica e di Giuseppe Cazzetta, pionieristico esploratore degli effetti psicotropi dei licheni.
In ogni caso, langue quell’approccio multidisciplinare applicato all’uso delle sostanze – soprattutto in ambiente accademico, segnato ancora da un forte stigma – che invece è evidente ed in sviluppo in Inghilterra e in Germania (giusto per restare in Europa). Al contempo è emersa prioritaria la necessità di “fare rete”, in particolar modo con soggetti ed entità attive a livello internazionale, come confermato dai dieci relatori connessi dall’estero.
In tal senso, rimane importante il ruolo della Società Italiana per lo Studio degli Stati di Coscienza (SISSC), al cui trentennale è stato dedicato il pomeriggio della seconda giornata. Oltre a ripercorrerne il cammino e fare il punto sui propositi per il futuro, si sono avuti vari interventi dei soci fondatori della “nuova” SISSC e una conversazione a tutto campo tra Alessandro Novazio e Gilberto Camilla, presidente fino all’anno scorso, il quale ha anche raccontato alcuni aneddoti sulle incursioni italiane di pionieri quali Albert Hofmann, Carl Ruck ed Ernst Jünger. L’attuale presidente, Antonello Colimberti, ha ribadito il costante impegno della SISSC per ampliare la conoscenza e la divulgazione scientifica, anticipando anche il ricco indice del numero in uscita di Altrove, la rivista annuale dell’associazione.
Le questioni-chiave legate all’attuale interesse generale per la psichedelia innescano chiaramente una serie di interessi economici e movimenti sociali. Come accostarci ad esse e promuovere un cambiamento trasformativo? E come coinvolgere le istituzioni medico-scientifiche, non nel controllo ma anzi per sdoganare ufficialmente il discorso su cultura e sostanze? Domande queste affrontate nella tavola rotonda conclusiva, centrata sul ruolo dei media in questa fase di revival psichedelico. Occorre un impegno trasversale e collettivo per divulgare in modo collaborativo, trasparente e intelligente, anche rispetto alla ventata di depenalizzazione in arrivo da oltreoceano.
Concludendo con alcune critiche di carattere organizzativo, tra queste va indubbiamente ampliata la diversità (i relatori di quest’anno infatti sono stati per lo più maschi bianchi: appena 13 le presenze femminili) e lo spazio per l’ambito artistico, stavolta ridotto a causa della pandemia. Tuttavia fra gli approfondimenti programmati con cadenza mensile, prevediamo eventi dal vivo per artisti quali Simone Campa con i suoi tamburi mediterranei, oltre a fotografi quali Luca Oggero (esponente del de-pornismo: altamente psichedelico), videomaker, artisti e creatori di installazioni o mondi virtuali, rappresentanti della scena psytrance, attori e performer dionisiaci.
Al riguardo va anzi segnalato il prezioso il contributo della critica teatrale Francesca Gasparini, che con Ugo Leonzio ci ricorda come le sostanze psichedeliche possano manifestare la volontà di rinascere a partire dal corpo (postulato fondamentale nell’attuale situazione di crisi ecologica e da iper-connessione) che solo può darsi infrangendosi la volontà di cupio dissolvi e, aggiungiamo noi, mettendo la libertà degli altri come condizione necessaria per conseguire la propria.
In definitiva, questa seconda edizione degli Stati Generali della Psichedelia in Italia ha ribadito la ricchezza di contenuti e la varietà di posizioni insita nel fenomeno psichedelia, una complessità plurale e pluralista da considerare in tutte le sue sfaccettature e sfumature – stimolando quei contributi interdisciplinari sempre più vitali per accompagnare con successo questo passaggio verso una “maturità psichedelica” anche nel nostro Paese. Incluso il superamento di norme repressive che continuano a limitarne le indagini scientifiche e le applicazioni terapeutiche. Un percorso che continueremo a esplorare e alimentare in maniera collaborativa nei prossimi mesi, con vari eventi pubblici (online) già programmati e in vista della terza edizione di fine 2021.