Sintalica Bioscience, azienda canadese che studia gli psichedelici per il trattamento dei disordini neuro-infiammatori, ha avviato una partnership esclusiva con l’Università di Messina per avviare le ricerche in questa sede. Sta per essere formalizzata l’autorizzazione da parte del Ministro della Sanità per un programma finalizzato a indagare le proprietà terapeutiche di psilocibina, psilocina e altre triptamine in particolare per il trattamento del dolore neuropatico cronico indotto da lesione del midollo spinale, la fibromialgia e l’infiammazione.
L’autorizzazione riguarda sintesi e studio di psilocibina, psilocina e altre triptamine, coltivazione di funghi psilocibinici ed estrazione delle triptamine, test per stabilire sicurezza ed efficacia delle suddette sostanze — le quali rientrano nella Tabella I del testo unico sulle droghe, quindi restano illecite per qualsiasi uso.
Si tratta di una procedura (e autorizzazione) unica in Europa per consentire a Sintalica di portare avanti il percorso di ricerca e sviluppo in ambito clinico presso il laboratorio e le strutture dell’Università di Messina.
L’iniziativa conferma che anche in Italia il “dado è tratto” rispetto alla ricerca sugli psichedelici, pur se emerge evidente la mancanza di imprenditoria italiana e di un vero e proprio interesse nostrano, pur a fronte di ricercatori validi e di costi complessivamente rispetto alle controparti europee.
Lo studio Sintalica Bioscience va ad aggiungersi ad un progetto avviato presso l’Università di Roma 3 la scorsa primavera, quando venne approvato l’invio di psilocibina sintetica per lo studio della sindrome dello spettro autistico (Autistic Spectrum Disorder, ASD: caratterizzata da ridotte abilità relazionali e sociali, da comportamenti ripetitivi, stereotipie e una serie di sintomi secondari quali ansia, deficit cognitivi e disturbi dell’umore) in una ricerca condotta su animali da laboratorio e coordinata da Nova Mentis, azienda canadese di biotecnologia specializzata in medicina psichedelica.
Da ricordare, sul fronte opposto, anche lo studio partito nell’aprile scorso con diversi ricercatori italiani che prevede anche l’impiego dell’LSD su cavie per verificarne le reazioni senso-motorie, primo passo per studiarne le potenzialità rispetto alla guida sotto l’influenza di droghe. Tra questi c’è il Prof. Giovanni Serpelloni, neuroscienziato, nonché ex reponsabile, dal 2008 al 2014 per volere di Carlo Giovanardi, del Dipartimento politiche antidroga della presidenza del consiglio dei ministri e deciso promotore del “NO alla droga”, come conferma in questa recente intervista.
Infine da citare lo studio, pubblicato su Neuropsychopharmacology lo scorso marzo, che ha come primo autore Danilo De Gregorio dell’Università Vita Salute San Raffaele di Milano e coordinato da Gabriella Gobbi del Dipartimento di Psichiatria della McGill University di Montreal, sui meccanismi neurobiologici attraverso i quali L’LSD potrebbe aiutare ad alleviare i disturbi d’ansia.
È stato verificato che micro-dosi della sostanza ripetute nel tempo porterebbero a una riduzione degli stati ansiosi causati dallo stress, inoltre, la riduzione dei sintomi dell’ansia segue percorsi neurobiologici simili agli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, cioè quelli di alcune classi di antidepressivi e ansiolitici.
Si tratta quindi di segnali importanti sul fronte della ricerca in Italia, ancor più se propedeutici per qualche progetto veramente etico e tutto nostrano, nel contesto dell’ormai consolidato ritorno d’interesse per la scienza e la medicina psichedelica a livello globale.
Serpelloni non è un neuroscienziato. Mi stupisce che ne parliate, visto che è una dei responsabili del penoso stato della politica sulle droghe in questo paese.
vero, quel riferimento necessitava dei dovuti e importanti distinguo, che abbiamo inserito, grazie mille!
Lo studio pubblicato su Neuropsychopharmacology lo scorso marzo riguarda dosaggi chiaramente psicotropi, basta leggere la pubblicazione e fare qualche calcolo.
E’ una sciocchezza che continuano a menzionare giornali e media.