Torna anche quest’anno il Bicycle Day: anniversario di un evento risalente a 79 anni fa, quando il chimico svizzero Albert Hofmann (1906-2008) decise di autosperimentare una sostanza sintetizzata 5 anni prima e lasciata nel cassetto, la dietilammide dell’acido lisergico (LSD). Il 16 aprile 1943, dopo averne notato una piccola quantità cadutagli sulla mano, provò sensazioni di irrequietezza e vertigine. Tre giorni dopo decise di assumerne deliberatamente 250 microgrammi, onde verificare le potenzialità terapeutiche e introspettive di quella nuova sostanza chimica – per poi tornarsene a casa in bicicletta, accompagnato dalla sua assistente, in preda ad effetti assai più intensi.
Ne emerse così un’esperienza inattesa e intrigante, che lo portò a dedicarsi completamente allo studio di questa e altre “medicine dell’anima”. Oltre a produrre centinaia di articoli scientifici e altri scritti in tema, Hofmann divenne direttore del dipartimento di prodotti naturali presso la Sandoz (oggi Novartis), dove riuscì a isolare i principali alcaloidi dei cosiddetti “funghi magici”, la psilocina e la psilocibina, oltre classificare la Salvia divinorum.
A ricordo di quell’insolito giro in bicicletta non manca un omonimo libro illustrato, tutto a colori, curato nel 2019 dall’artista Brian Blomerth in stile “comic strip underground”, con la prefazione di Dennis McKenna. Invece un resoconto in prima persona si trova nell’autobiografia del Dr. Hofmann, ormai divenuta un classico della psichedelia, LSD: My Problem Child (ripubblicato in italiano nel 2015), insieme alle sue riflessioni a tutto campo su psichedelici, misticismo e scienza. Per chi volesse saperne di più, sono poi liberamente disponibili (in pdf) diversi Millelire (Stampa Alternativa) degli anni ’90: Viaggi Acidi, I misteri di Eleusi, Percezioni di realtà, I miei incontri con Huxley, Leary, Junger, Vogt. E fresca di stampa, va segnalata anche la traduzione dell’edizione 2008 di un altro tomo fondamentale curato da Hofmann insieme a Carl Ruck e Gordon Wasson, La strada per Eleusi (Piano B).
Questi titoli sono anzi solo la punta dell’iceberg dell’estesa produzione editoriale nostrana su questi temi emersa negli ultimi due-tre anni, oltre ad alcuni rilanci sulle testate mainstream e spazi di discussione sui social media. Il forte revival internazionale sta insomma producendo effetti anche sulle nostre sponde, anche perché, in Italia come nel resto del mondo, oggi tali sostanze sono utilizzate da tante persone a scopo terapeutico, introspettivo, spirituale, creativo e quant’altro senza creare vittime né minacce alla “salute pubblica”.
Per non parlare delle prime policy di depenalizzazione, delle spinte imprenditoriali e della ricerca medico-scientifica in corso – elementi questi relativi soprattutto all’ambito anglofono. Il clima complessivo rispetto agli psichedelici, come pure per la cannabis e per le “droghe” in generale, è decisamente mutato in favore di strategie basate, ad esempio, su informazioni corrette, studi scientifici e pratiche di riduzione del danno. E, quel che più conta, sempre meno dirette a criminalizzare chi ne fa uso per i motivi più disparati. Appare perciò inutile e controproducente insistere con politiche proibizioniste, come nel caso del recente decreto ministeriale che ha formalmente incluso l’ayahuasca nella lucchettata Tabella I del testo unico sulle sostanze stupefacenti.
Un contesto in cui diventa ancora più importante ricordare (e finanche celebrare, perché no?) ricorrenze come la prima esperienza consapevole con l’LSD. Anche come esempio concreto di un approccio multidisciplinare e articolato all’intera faccenda, abbracciandone le potenzialità psicoterapeutiche ma evitando l’ipermedicalizzazione e i facili entusiasmi, facendo autocritica quando necessario e rispettando importanti linee-guida etiche per le entità che operano variamente nel settore. Riconoscendo altresì alle “medicine per l’anima” quel valore che hanno avuto in molte culture autoctone sin dall’antichità, ovvero porsi come un ponte con il mondo dello spirito, verso la dimensione sacra della vita. Ergo, nella divulgazione per il grande pubblico di queste complessità, oggi più che mai è il caso di puntare a un approccio sfaccettato e articolato: più maturo.
È in questa direzione che si pongono gran parte delle iniziative in programma per il Bicycle Day 2022. A partire dal webinar sulla storia della scienza psichedelica, con i canadesi Dane Stevens di Optimi Health ed Erika Dyck, docente presso la McGill University e co-curatrice di Psychedelic Prophets (2018), massiccia raccolta delle lettere scambiate nei primi anni ’50 tra lo scrittore Aldous Huxley (1894–1963) e lo psichiatra Humphry Osmond (1917–2004) da cui poi emerse il termine “psichedelico”.
Infine, il Pearl Psychedelic Institute propone un’ampia analisi sul significato di questa giornata, mentre Pysfront raccoglie un elenco di eventi, in aggiornamento continuo, previsti sul territorio Usa. Senz’altro utile ripassare anche documentari come Hofmann’s Potion (2012) e Psychedelia (2021), oltre che ovviamente seguire il flusso continuo su Twitter.
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Articolo di Bernardo Parrella pubblicato originariamente su Fuoriluogo il 19/04/2022.