La Tagetes lucida è stata impiegata dagli antichi Aztechi per la preparazione di un incenso rituale sacrificale chiamato yyauhtl che veniva soffiato sulle faccie dei prigionieri al fine di stordirli prima del rogo. Con la pianta fresca facevano infusi per alleviare diarrea, singhiozzo ed esternamente come lozione per bruciature. Veniva considerata la rappresentazione di Xochipilli, il dio delle piante psicoattive.
Fra i vari ritrovamenti, è stato rinvenuto un vaso di ceramica risalente al periodo classico Maya che raffigura un fiore giallo a cinque petali molto simile alla pianta, i loro sacerdoti ne facevano un te sacro per le divinazioni noto come balchè. I Mixe, i nativi dello stato nord-occidentale messicano di Oaxaca, preparano ancora oggi un infuso simile con nove fiori [1].
Trattasi di una delle piante più sacre per i nativi di Messico ed America Centrale che la conoscono con tanti nomi diversi: yauhtli, pericón, Saint Miguel, mangy, flor de Santa María e yerba anís per l’aroma simile all’anice. Viene usata come spezia, ornamento cerimoniale e medicina.
In base a quanto riportano gli Huicholes, renderebbe il fumo di tabacco più gentile sulla gola e induce uno stato caratterizzato da quiescienza, nausea, vomito e visioni ad occhi chiusi simile all’intossiccazione da peyote. La sessioni di fumo accompagnano spesso l’ingestione di peyote, fermentati alcolici locali e distillati a base di cactus che rendono le visioni molto più intense [3].
Ancora oggi viene indicata nella medicina popolare Messicana contro insonnia, debolezza, scarsa libido, reumatismi, prurito, crampi addominali, disturbi gastrici, coliche, ulcere, dolori muscolari, febbre, raffreddore, morsi di serpente e per la produzione di latte. Viene bruciata inoltre come incenso cerimoniale. In Argentina bevono il decotto di foglie come antitussivo e lo applicano localmente per repellere gli insetti [2]. Durante la colonizzazione spagnola sembra sia stata usata per curare i malati di mente.
POTENZIALITA’ PSICOTROPE
Circola parecchia disinformazione sulle potenzialità allucinogene di questa pianta: alcuni sostengono che contenga delle sostanze simili all’LSD, altri dei terpeni neoclerodanici come la salvinorina della Salvia divinorum.
La seconda teoria è molto diffusa e si deve a Christian Ratsch che, nella nota Encyclopedia of Psychoactive Plants: Ethnopharmacology and Its Applications (2005), segnala come queste sostanze salvinoriniche siano presenti in tutte le specie di Tagetes sebbene non siano ancora state identificate con precisione. Ad oggi non c’è assulutamente niente che ne suggerisca la presenza, essendo stati isolati soltanto dei diterpeni monociclici dalla Tagetes minuta di cui sono note solo le potenzialità citotossiche [3].