I Nuovi Misteri Eleusini

Per oltre mille anni gli iniziati ai Grandi Misteri hanno percorso i 21 km della Via sacra, ancora oggi la Jera odòs, che separa Atene, da dove partivano in settembre dall’altare dei 12 dèi, per giungere al santuario di Eleusi per celebrare Demetra (la Dea Madre, terra oggi sfruttata e dilaniata da uomini voraci che hanno perso il senso della sua sacralità) e ricordare il lutto per la perdita della figlia Persefone rapita da Ade (Plutone, dio della morte e del denaro). Ma qual’era il telos, il fine-significato di questo cammino che, come il nostro di ogni giorno, si muove alla ricerca più o meno consapevole di un “senso” al nostro percorso di vita?

Nel mistero di questo interrogativo, ci accompagna la commovente testimonianza di Platone che, nel Simposio, così descrive la visione estatica (epòpteia) che ne motivava il percorso “giunto alla fine della disciplina di amore, sorgerà – in un istante – un qualcosa di bello, ammirabile nella sua natura (..) esso stesso, per se stesso, con se stesso, semplice … eterno”. Un invito a rievocare, e forse in parte rivivere, questo percorso“seduti nel tempio (Telesterion) in religioso silenzio e con dignità” come ci invita a fare Aristotele (Sulla filosofia, fr. 14) dopo esserci interrogati sui principi (logoi) e i racconti (mythoi) che preparavano a quest’evento a partire da marzo nei cosiddetti Piccoli Misteri a cui ci uniremo con coloro che intendono condividere questa esperienza.

Anche quest’anno, l’evento verrà coordinato da Riccardo Zerbetto, con la la processione lungo la Via sacra  prevista per il 3 settembre con partenza dalla agorà di Atene e di fronte all’altare dei 12 dei (che si trova subito a destra dopo l’entrata dalle biglietteria della agorà in prossimità della fermata “Tission” della metropolitana).

Per maggiori dettagli contattare Riccardo Zerbetto: +39-335.7842.887 —  www.zerbettoriccardo.it

Parte la kermesse di Psychedelic Science 2023

PS2023 Maps«Il più grande convegno sulla psichedelia della storia». Così si autodefinisce Psychedelic Science 2023, mega-evento sotto l’egida della Maps (Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies) appena partito in quel di Denver (Colorado, Usa). Si prevedono quattro giornate (e nottate) animate dalla crema della comunità psichedelica globale e davanti a un pubblico tanto folto quanto diversificato (previste oltre 10.000 presenze quotidiane, almeno 800 dollari a testa per il pass complessivo).

Basta scorrere il programma (o la relativa app) per perdere letteralmente la testa: oltre 300 interventi sparsi per sette palchi, una miriade di workshop e tavole rotonde, rituali e performance artistiche di ogni tipo, numerosi stand per presentazione e vendita di prodotti vari, spazi dedicati all’attivismo politico e alle culture indigene — chi più ne ha più ne metta. Ovviamente sempre mantenendo in prima battuta l’aspetto scientifico in senso lato, con dettagliate presentazioni sulle ultime ricerche e studi  in materia, sui possibili scenari per l’applicazione degli psichedelici in campo psico-terapeutico e sui percorsi formativi per ottenere gli accrediti operativi. Sono infatti oltre una ventina le specifiche sessioni “hands-on” con terapeuti, facilitatori ed esperti sanitari per approfondire questi e altri importanti aspetti pratici della somministrazione controllata.

Il tutto sull’abbrivio del continuo revival sui vari aspetti legati a queste sostanze e particolamente in vista dell’auspicato allentamento legislativo a livello medico, quantomeno nell’ambito anglosassone: basti ricordare che, dal prossimo primo luglio, lin Australia verranno “detabellizzate” alcune sostanze – MDMA e psilocibina passeranno dalla tabella 9 (sostanze assolutamente proibite) alla 8 (sostanze con riconosciuto uso medico), mentre in Usa crescono le zone dove vige la depenalizzione di fatto, con Colorado e Oregon: nel primo, è legalizzato l’uso e il possesso personale, nel secondo si lavora all’apertura di appositi centri terapeutici (nell’estate 2025).

Senza poi dimenticare il percorso avviato nel 2019 dalla stessa Maps e ormai vicino al traguardo, per l’introduzione nel ricettario medico statuitense dell’MDMA per il trattamento del PTSD. Questione su cui aggiornerà al meglio Rick Doblin, factotum della stessa non-profit, nel corso di Psychedelic Science 2023. Dove non mancheranno parecchi nomi illustri del settore, tra cui Julie Holland (psichiatra, scrittrice), Rachel Yehuda (professore di neuroscienze), Carl Hart (Columbia University), Robin Carhart-Harris (University of California San Francisco), Paul Stamets (fungi.com), Franz Vollenweider (psichiatra), Charles Grob (Ucla), Amanda Feilding (Beckley Foundation), James Fadiman (ricercatore indipendente), Roland Griffiths (Johns Hopkins University), Stan Grof.

Per chi non potrà esserci, oltre al sito web e all’app di cui sopra, utile seguire il relativo hashtag su Twitter o i resoconti quotidiani prodotti da The Microdose (newsletter gratuita curata da UC Berkeley).

Da segnalare infine la presenza anche di qualche nome “italiano”, sia tra gli addetti ai lavori (Giorgio Baggi, Università di Pavia e Tommaso Barba, Imperial College, Londra) che in platea. Invece silenzio assoluto sulle testate nostrane, non solo quelle mainstrean notoriamante interessate a simili temi solo in funzione dei clickbait, bensì perfino su social media e spazi collaborativi online. Una disattenzione d’altronde non certo nuova, e che anzi si estende ad analoghi eventi – vedasi la Breaking Convention inglese di cui abbiamo parlato in aprile – e più in generale ad una scena internazionale sempre più ribollente, pur se non esente da critiche e problematiche, ma che tuttavia rimane in gran parte ignota al pubblico italiano (eccetto che per la solita nicchia). Ulteriore motivo per cui, nel nostro piccolo, continuiamo a darci da fare.

In ricordo di Luigi Chiriatti

È scomparso recentemente lo studioso e musicista salentino Gigi Chiriatti, massimo esperto della”taranta” nonché interessato allo sciamanesimo e agli stati di coscienza di taglio nostrano. Questi alcuni stralci di un ricordo pubblicato sul sito della SISSC (Società Italiana per lo Studio degli Stati di Coscienza) a firma Maurizio Nocera.

Avevo conosciuto Luigi alla fine degli anni ’70, ma fu solo nel 1981 che andai da lui, a Calimera, per fargli un’intervista per una rivistina di provincia («Caffè Greco»), diretta dal poeta Antonio L. Verri. La intitolammo Intervista a Luigi Stifani, ed era una prima riflessione sul fenomeno della sofferenza e sullo pseudo sciamano di Nardò, conosciuto come il medico delle tarantate, che io e Luigi conoscevamo molto bene.

Da quel momento in poi non ci siamo divisi più. Ovviamente Luigi aveva messo le mani in molte cose. La sua Bibliografia 1977-2012 (Kurumuny, 2013), a cura di Sergio Torsello, altro protagonista fondatore della “Notte della taranta”, scomparso qualche anno fa, ne è una chiara testimonianza.

Nel 1978, Luigi si era laureato con una tesi su Il tarantismo vent’anni dopo Ernesto de Martino. Io avevo e ancora ho quella sua tesi di laurea e fu la base dalla quale si partì per quella sua prima esperienza intitolata Morso d’amoreViaggio attraverso il tarantismo pugliese, con le registe Annabella Miscuglio, R. Daopoulos, G. Lombardi (RVM, 60’, Prima rete indipendente Rizzoli), che divenne poi lo splendido libro editato più volte dallo stesso Capone editore (Cavallino, 1995) introdotto da George Lapassade. Ci volle un bel po’ per convincerlo a pubblicare quella tesi, ma alla fine ce la facemmo.

Inizialmente era restio, perché diceva di non sentirsi pronto. Da quel momento in poi, sia le inchieste sul campo sia le pubblicazioni cominciarono ad avere un ritmo continuo. Mi piacerebbe citarle, ma qui non è possibile. Ci saranno altri momenti per questo. Dico solo che io e Verri (produttori di riviste e giornali salentini) mai dimenticammo il buon Chiriatti, la cui firma appare sempre affiancate alle nostre.

Un evento però mi piace citare. Quello del volume di Luigi Stifani, Io al santo ci credo. Diario di un musico delle tarantate (libro più CD, Edizioni Aramirè-Istituto Ernesto de Martino, Lecce 2000) [con Maurizio Nocera, Roberto Raheli, Sergio Torsello]. Altro libro in comune fu quello di Gisele Schmeer, Il panno Rosso dove si narra di un uomo pizzicato dalla tarantola (Capone, Cavallino, 2001). E ancora Immagini del tarantismo (Capone editore, Cavallino, 2002).

E poi Con il miele e l’incanto di un sorriso. Il Salento nelle immagini di Annabella Rossi, in Vincenzo Esposito (a cura di), Annabella Rossi e la fotografia. Vent’anni di ricerca visiva nel Salento e in Campania, Liguori, Napoli 2003. E poi Giuseppe Mighali, Zimba, canti suoni e ritmi di Aradeo, Kurumuny (Calimera 2004, libro con CD (curatore con Maurizio Nocera e Sergio Torsello). E infine tanto altro ancora.

Fino a giungere all’ultimo saggio che gli avevo “commissionato” (si fa per dire, perché fra me e Luigi c’è sempre stata una comprensione totale) appena qualche mese fa, il cui titolo è Dalla cultura della sofferenza alla cultura dell’affermazione del sé (1989 – 1 maggio 1998), di cui ho scritto sopra.

L’ho pubblicato con questa premessa:
«Con questo primo articolo per «Anxa News» inizia la collaborazione del grande demologo salentino Luigi Chiriatti e del grande fotografo salentino Fernando Bevilacqua. Luigi Chiriatti ha dedicato l’intera sua vita all’analisi e all’approfondimento dei fenomeni ancestrali del Salento (tradizioni popolari, canti e cunti, tarantismo, musiche e danze popolari); importante la sua Bibliografia 1977-2012 (a cura di Sergio Torsello) dove è possibile rintracciare l’enorme mole di lavoro scientifico da lui svolto negli ultimi 40 anni».

Oggi Luigi Chiriatti non è più ma le impronte che egli ha lasciato in Salento, in Italia e mi piace pure pensare in buona parte dell’Europa, sono lì a segnare il passo di uno studioso convinto e scientificamente preparato. Impronte non cicatrici.

Vale per Luigi Chiriatti.

Breaking Convention 2023

Breaking Convention Si è svolta nello scorso weekend presso l’Università di Exeter (contea di Devon, sud-ovest dell’Inghilterra) la sesta edizione della Breaking Convention, evento bi-annuale dedicato ai molteplici aspetti dell’universo psichedelico e autodefinitasi “il più grande convegno europeo sulla consapevolezza psichedelica”. Con oltre 200 tra relatori e animatori,  davanti a un pubblico pagante di oltre un migliaio di persone, entrambi provenienti da ogni parte del mondo, l’evento ha presentato in primis le ultimissime sulla ricerca scientifica, oltre a una varietà di interventi e discussioni che abbracciavano sociologia, legge, politica, arte, storia e filosofia e altri campi. Né sono mancati workshop, filmati, installazioni, spazi artistici e quant’altro.

Oltre a quest’ottimo resoconto di Lucid News, le prime reazioni sui social media (YouTube e Facebook) confermano gli entusiami della vigilia – in attesa di poter seguire direttamente, per chi non c’era, le videoregistrazioni di interventi e situazioni dipanatasi nella tre giorni. E d’altronde basta dare un’occhiata al programma completo e all’elenco degli speaker (in senso lato) per confermare l’indiscussa importanza dell’evento.

Fra i tanti “nomi illustri”, da segnalare: l’apertura di Jonathan Ott, pionere dell’etnobotanica, ideatore del termine “enteogeno” nonché traduttore (in inglese) dello storico LSD: My Problem Child di Albert Hofmann (1980); un intervento sulla necessità della metafisica nella ricerca e nella terapia psichedelica curato dal “filosofo della mente” Peter Sjöstedt-Hughes (membro del comitato scientifico di Psy*Co*Re); un excursus su psichedelici e la ricerca della vita dopo la morte proposta da Graham Hancock, noto esperto britannico sulle civilizzazioni antiche e le terre perdute; una conversazione a tutto campo tra Amanda Feilding (fondatrice della Beckley Foundation, maggior sponsor dell’evento) e David Luke; vari protagonisti della scena USA quali  Paul Stamets (Fungi Perfecti) e Rick Doblin (Maps).

Da notare infine la presenza di vari relatori italiani – intervenuti anche nelle varie edizioni degli Stati Generali della Psichedelia in Italia – tra cui Tommaso Barba & Bruna Gibaldi (“A New Summer of Love: long-term effects of psychedelic drugs on sexual functioning and satisfaction in healthy and depressed subjects”), Marta Santuccio (“Perspectival Neutral Monism and Psychedelic Experience”), Giorgia Gaia (“Kaos, Kilowatt & Ketamine: Spiritualities and Psychedelics in the Free Tekno Movement”), Chiara Baldini (“Mysticism, escapism, or activism? Spirituality and politics in festivals today”).

 

Zone temporaneamente psicoattive? L’uso di droghe nei “free party”

È questo il titolo di un webinar previsto per Giovedì 9 marzo 2023 (h 17-18:30) promosso dallo European Masters in Drug and Alcohol Studies (EMDAS) dell’Università degli Studi di Torino. I seminari sono aperti a studenti, docenti, ricercatori, operatori sociosanitari — con accesso gratuito e pre-iscrizione qui: https://tinyurl.com/TpsyZ

Partecipano: Franca Beccaria, EMDAS
Tobia D’Onofrio, giornalista musicale (LA NORMATIVA ITALIANA SU RAVE E CONSUMO DI DROGHE)
Nicolò Bussolati, avvocato (LA RIDUZIONE DEL DANNO AI RAVE)
Stefano Bertoletti, psicologo
Enrico Petrilli, sociologo

Australia: approvato l’uso psico-terapeutico di MDMA e psilocibina

Dal prossimo primo luglio, l’Australia sarà il primo paese al mondo dove gli psichiatri potranno legalmente prescrivere Mdma (per la cura del disturbo post-traumatico da stress) e psilocibina (per il trattamento della depressione resistente ad altre terapie). Pur trattandosi di una “detabellizzazione” ristretta a questi protocolli terapeutici, si tratta di un importante riconoscimento anche a livello legislativo delle necessità di rivedere l’approccio generale alle sostanze psichedeliche.

Non a caso, fra le varie reazioni in loco, il dottor David Caldicott, docente di medicina d’urgenza presso l’Australian National University, ha spiegato che una fornitura controllata di Mdma o psilocibina “può avere effetti notevolissimi su condizioni spesso considerate refrattarie al trattamento…oltre alla possibilità di recuperare decenni di opportunità perdute di approfondimento del funzionamento interno della mente umana”, percorso abbandonato “per così tanto tempo nel quadro di una ‘guerra alla droga’ ideologica e mal concepita”.

Il governo federale ha deciso, dopo estese consultazioni pubbliche e il parere positivo degli esperti medici nonché dell’Advisory Committee on Medicines Scheduling, di spostare le due sostanze nella tabella 8 (sostanze controllate) dalla precedente 9 (sostanze proibite) per queste specifiche applicazioni. Per ogni altro caso ovviamente MDMA e psilocibina restano del tutto illecite.

Tra le prime linee-guida per l’applicazione di fatto, gli psichiatri dovranno richiedere l’approvazione ad un’apposito commissione etica e seguire altre procedure definite dalla Therapeutic Goods Administration (Tga) di Canberra soprattutto rispetto alla propria conoscenza e formazione nel campo specifico.

Altro punto da risolvere riguarda l’approviggionamento, non essendo previste per ora produzioni legali di tali sostanze. Invece gia’ presenti alcune norme a salvaguardia dei pazienti, onde prevenire abusi di vario tipo mentre si trovano “in condizioni particolari” sotto l’effetto delle sostanze. In definitiva, “ciò consentirà a tutti i soggetti coinvolti di testare l’intero processo”, ha spiegato Vinay Lakra, presidente della Royal Australian and New Zealand College of Psychiatrists.

La decisione del governo australiano potrebbe aprire la strada per dare una scossone alle norme internazionali tuttora di taglio proibizionista e indicare una via praticabile, qui e ora, per una necessaria ed oculata “de-tabellizzazione” di sostanze ancora illecite ma alquanto utili e diffuse.

Nel complesso, un ulteriore segnale di apertura e cambiamento che va ad aggiungersi al percorso, in atto da tempo negli Stati Uniti, per la depenalizzazione personale di alcuni psichedelici in ambito locale (l’ultima città a deciderlo è stata San Francisco lo scorso autunno. Ricordando che MAPS (Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies) è agli ultimi passi dei test clinici per ottenere l’approvazione dell’MDMA per il trattamento del disturbo post traumatico da stress (PTSD) e Compass Pathways sta seguendo un analogo percorso con la psilocibina per la depressione.

Lettera-appello contro l’attuale demonizzazione e repressione delle pratiche legate all’ayahuasca

La primavera scorsa il governo italiano aveva inaspettatamente applicato una manovra repressiva sull’ayahuasca, “tabellizzando” le due piante da cui ne vengono estratti i principi attivi (armalina, armina e DMT), Banisteriopsis caapi e Psychotria viridis. Tra le immediate e prevedibili conseguenze nefaste, il Santo Daime Italia (ICEFLU, Chiesa Italiana del Culto Eclettico della Fluente Luce Universale)  si è visto costretto a sospendere le loro pratiche religiose, spiegando fra l’altro: “Quindi sono centinaia le persone che, abituate tutti i mesi e tutte le settimane a partecipare alle loro pratiche religiose, non possono più esercitare la loro libertà di culto. Questo, da un altro punto di vista, è sicuramente una cosa grave, che crea un danno che non ha prezzo, inestimabile.”

Il Santo Daime Italia è attivo da oltre 30 anni, coinvolge centinaia di persone e nelle cerimonie non si sono mai verificati problemi di nessun tipo, né di salute né di ordine pubblico. E le chiese del Santo Daime nel mondo hanno delle deroghe alla legge sugli stupefacenti per uso rituale in un contesto controllato religioso in Paesi come Brasile, Perù, Stati Uniti e Canada.

Oggi nelle ceremonie del Santo Daime Italia si beve acqua anziché ayahuasca, affidandosi al Grande Spirito per il buon esito della vicenda, replicando così quanto avvenne negli Stati Uniti nel corso della battaglia legislativa intrapresa dalla União do Vegetal.

Nonostante gli appelli alle autorità e ai giudici nostrani, da  allora non si sono avuti aggiornamenti di alcun tipo. Nessun riscontro neppure alla nostra lettera aperta, indirizzata nel maggio scorso all’allora Ministro della Salute Roberto Speranza, in cui si diceva fra l’altro: «i numerosi professionisti, ricercatori ed esperti della materia coinvolti a vario titolo nella rete Psy*Co*Re si dichiarano interessati e disponibili a condividere – in qualità di consulenti interdisciplinari – il patrimonio di conoscenze raccolte in questi anni allo scopo di avviare un dialogo costruttivo e collaborativo sulla normativa in questione e, più in generale, sulle future politiche in tema di “droghe”».

Da notare che il giro di vite italiano ripropone analoghe restrizioni applicate da qualche anno in Francia, mentre recentemente anche in Spagna si sono verificate uscite sensazionalista e demonizzatrici dello stesso tenore. Sembra insomma che il quadro europeo si stia rapidamente muovendo verso la criminalizzazione dell’ayahuasca e di chi ne fa uso a vario titolo,  nonostante i molteplici e positivi sviluppi scientifici su questa e altre sostanze psichedeliche, oltre che in opposizione alla scena latino-americana dove questi rituali e pratiche restano al centro delle culture indigene (ma non solo).

In aggiunta all’ovvia libertà di religione, occorre ribadire che a livello globale l’odierno approccio culturale-scientifico è sempre più indirizzato ad armonizzare l’interdisciplinarietà, ben al di là del solo ambito psichedelico, nel nome di una rinnovata libertà cognitiva e dell’affermazione al diritto di frequentare ed esplorare liberamente i propri stati di coscienza, in rinnovata armonia con un sistema ecologico diversificato, ampio e fatto di nicchie ed ecosistemi in continua simbiosi e inter-relazione reciproca.

Non a caso il Chacruna Institute di San Francisco ha appena diffuso un’ampia lettera-appello che fa seguito ai problemi emersi in Spagna, per sensibilizzare l’opinione pubblica su queste dannose svolte repressive e disinformative, per affermare la solidarietà globale con gruppi e utenti spagnoli, e per sollecitare le autorità a rispettare la libertà di chi usa l’ayahuasca nei rituali religiosi. È anche possibile sottoscrivere direttamente la lettera-appello, di cui riportamo qui di seguito alcuni stralci tradotti (in cui si cita anche l’attuale situazione italiana).

«….Tra le ripercussioni negative c’è il caso di un utente di YouTube che si è infiltrato per nove mesi in un gruppo del Santo Daime in Spagna, utilizzando una telecamera nascosta per filmare cerimonie private senza autorizzazione. Costui ne ha poi pubblicato un video molto sensazionalista e autopromozionale, che ha raccolto quasi 600.000 visualizzazioni. Ha anche sporto denuncia per tentato rapimento dopo essere stato scoperto da uno dei membri del Santo Daime. Da allora, è stato invitato in diversi programmi televisivi, dove ha accusato il Santo Daime di essere una setta pericolosa che fa il lavaggio del cervello e fornisce sostanze illecite senza alcuna precauzione sanitaria o di altro tipo. Oltre alle ripercussioni del caso, la percezione pubblica dell’ayahuasca è progressivamente peggiorata, poiché poco dopo sono avvenuti raid e arresti di membri di due gruppi neosciamanici. (…)

L’emergere dell’ayahuasca come problema di salute e sicurezza pubblica, tuttavia, non si limita al caso della Spagna. Nel marzo 2022, il Ministero della Salute italiano ha emesso un decreto che vieta l’ayahuasca e le sue piante componenti, nonché i suoi costituenti attivi. La decisione del governo italiano ha colto di sorpresa i membri del Santo Daime nel paese, costringendoli a tenere le loro cerimonie bevendo acqua invece che ayahuasca come forma di protesta, come ha fatto l’União do Vegetal negli Stati Uniti durante il loro caso giudiziario. (…)

L’Italia ha seguito un approccio simile alla Francia. Nel 2005, appena tre mesi dopo l’assoluzione di un gruppo del Santo Daime a Parigi, accusato di consumo e traffico di sostanze illecite, il governo francese, attraverso il Ministero della Salute, ha vietato l’ayahuasca e le piante utilizzate per la sua produzione. Nel 2019 il leader dello stesso gruppo del Santo Daime assolto nel 2005 è stato nuovamente arrestato, e poi rilasciato su cauzione dopo essere stato detenuto per quattro giorni. Attualmente è in attesa del processo e potrebbe essere condannato a diversi anni di carcere. (…)

Stante questo scenario di arresti, procedimenti giudiziari, denunce sensazionalistiche e diffusione di paure, diffidenze e disinformazione, è necessario affrontare l’argomento in modo attento, lasciando da parte pregiudizi e preconcetti. È fondamentale in un momento come questo analizzare le conoscenze accumulate sul tema dell’uso religioso dell’ayahuasca, nonché comprendere i contesti in cui la regolamentazione della bevanda è avvenuta con successo, creando modelli di politica pubblica che possono essere studiati e adottati in altri contesti socioculturali. (…)

Il pregiudizio proibizionista legato allo stigma nei confronti di gruppi che usano l’ayahuasca, dipinti come “sette pericolose” dai mass-media anche dalle autorità pubbliche, serve solo a oscurare ed criminalizzare le minoranze religiose e le popolazioni tradizionali. (…) La regolamentazione dell’ayahuasca, e il riconoscimento dei gruppi che ne fanno uso, è un risultato non solo desiderabile ma necessario».

Video-registrazioni di SGPI22

La quarta edizione degli Stati Generali della Psichedelia in Italia (SGPI2022) si è conclusa. Per seguire le videoregistrazioni integrali delle due giornate, occore compilare questo modulo online e sarà comunque gradito un contributo libero, etico e consapevole.

Con un contributo minimo di 30€ si riceverà gratuitamente anche una copia dell’antologia “Verso la maturità psichedelica”, raccolta di interventi dalle edizioni 2019 e 2020 degli SGPI.

In tal modo si avrà accesso al relativo gruppo privato su Facebook contenente i video, dove si potrà anche partecipare alle successive conversazioni con i relatori e gli ospiti dell’evento. E grazie mille!

Stati Generali della Psichedelia in Italia 2022 (SGPI22)

SGPI22Stati Generali della Psichedelia in Italia 2022 (SGPI22), Torino, 16/17 dicembre 2022

[versione inglese]

Evento multidisciplinare promosso da CCCT (Centro di Cultura Contemporanea di Torino) e SPI (Società Psichedelica Italiana), in collaborazione con la rete Psy*Co*Re (Multidisciplinary Italian Network for PSYchedelic and COnsciousness REsearch).

Fondato nel maggio 2019, Psy*Co*Re riunisce tutte quelle realtà che si occupano – a vario titolo e con diversi approcci – di “stati altri di coscienza” dell’essere umano, e che si riconoscono in una visione aperta e inclusiva, sussidiaria e votata alla parresìa, con un’attenzione particolare alle finalità di promozione della salute e degli aspetti etici che ne conseguono.

L’obiettivo di fondo è quello di ampliare e approfondire ulteriormente il tema “psichedelia”, a partire dal suo etimo, nelle sue varie sfaccettature e dimensioni, a fronte della continua crescita d’interesse per la ricerca scientifica, le applicazioni terapeutiche e auspicabile nuovo paradigma culturale. Un quadro ben distante da un certo stigma controculturale del passato e dall’anacronistico proibizionismo che pur tuttavia colpisce ancora gli enteogeni.

Il filo conduttore di SGPI22 sarà quello di CREARE PONTI, connesso a quello della MATURITA’ PSICHEDELICA avviato nella scorsa edizione. Senza trascurare le urgenze globali interconnesse che ci mettono di fronte alla necessità di ripensare il sistema ecosociale aprendo al concetto di LIBERTA’ COGNITIVA tramite una rinnovata consapevolezza e una più diffusa sensibilità.

In questa quarta edizione gli SGPI tornano in presenza, pur sempre in aggiunta alla modalità online, per favorire la partecipazione del maggior numero di soggetti e realtà possibili onde promuovere e far emergere la rete nazionale e internazionale che ruota intorno alla psichedelia e agli stati di coscienza ALTRI in ogni loro forma, modalità ed espressione. Oltre a dare spazio alla scena italiana, non mancheranno i rilanci sul quadro internazionale nell’ambito del nuovo formato adottato quest’anno, basato una formula più fluida e meno centralizzata.

Un particolare focus sarà dedicato ad attività e produzioni rivolta al pubblico italiano più ampio e non più solo limitato agli addetti ai lavori come nelle scorse edizioni, oltre a delineare le iniziative sviluppate in collaborazione con soggetti e realtà internazionali. Si cercherà dunque di far emergere la rete diffusa delle realtà culturali che promuovono con vigore i diversi linguaggi della psichedelia italiana e della “scienza della coscienza” presente sul territorio nazionale e internazionale.

La partecipazione avviene su invito e tramite “open call” (vedi link in fondo), rivolgendosi a enti di ricerca, università, istituzioni pubbliche e private, associazioni di categoria, associazioni riconosciute o di fatto, gruppi spontanei aggregati per l’occasione, aziende, soggetti e realtà indipendenti.

Gli SGPI22 sono indetti dal CCCT. I poli del network saranno liberi di organizzarsi in proprio, a livello territoriale e tematico con organizzazione, piattaforma logistica propria, una propria lista di invitati e partecipanti (con l’unica limitazione della scelta delle date del 16 e del 17 dicembre 2022). Come in passato, si potranno proporre anche eventi “off” al di fuori delle date di dicembre indicate. I relatori indipendenti interessati a partecipare potranno scegliere liberamente il polo del network a cui aggregarsi o il gruppo esterno a proprio piacimento. Appena possibile verrà pubblicata la lista dei poli attivi e dei gruppi esterni. Si potrà inoltre presentare la candidatura per la creazione di nuovi poli.

Ovviamente i poli devono riconoscersi nelle linee-guida del manifesto di Psy*Co*Re che vi invitiamo nuovamente a consultare (https://www.psycore.it/manifesto-psycore/). Per confermare e ribadire l’apertura che caratterizza il network e dare la possibilità a tutti di poter esprimersi liberamente sull’argomento, nella sezione “Open” potranno partecipare anche gruppi che non fanno propriamente parte del network.

IN PRATICA OGNI POLO O GRUPPO ADERENTE SI ORGANIZZERA’ IN PROPRIO E IL NETWORK PSYCORE FUNGERA’ DA OMBRELLO, STRUMENTO DI COORDINAMENTO E PROMOZIONE DELLE DIVERSE INIZIATIVE.

NON SONO AMMESSI CONTRIBUTI DI SINGOLI RELATORI COME NELLE PASSATE EDIZIONI.

 

SGPI22
 

PER PROPOSTE O PER COMUNICARE L’ADESIONE, VA COMPILATO IL MODULO A QUESTO LINK: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfRm9X9iSJNvy07SxF9jtqSBZAcPot_3OiQd7u3okBB-p43yw/viewform?vc=0&c=0&w=1&flr=0&pli=1

PER ULTERIORI DOMANDE O INFORMAZIONI, INVIARE ESCLUSIVAMENTE UN MESSAGGIO WhatsApp AL NUMERO 338-9077600

 

Rete Psy*Co*Re*

info@psycore.it

https://www.psycore.it/

 

[versione inglese]

San Francisco depenalizza uso e possesso personale degli enteogeni

Prosegue negli Stati Uniti il percorso di depenalizzazione per l’uso e il possesso personale di alcuni psichedelici a livello locale. E stavolta si tratta di una tappa importante, la città di San Francisco. Il Board of Supervisors ha appena approvato all’unanimità la risoluzione, firmata dai supervisori democratici Dean Preston e Hillary Ronen, in cui si stabilisce la priorità più bassa nell’attività di pubblica sicurezza per presunti reati connessi con enteogeni quali funghi psilocibinici, peyote e ayahuasca. In dettaglio, il testo finale prevede “che le risorse cittadine non vengano utilizzate per qualsiasi indagine, detenzione, arresto o procedura penale dovuta a presunte violazioni delle norme statali e federali concernenti l’uso di Piante Enteogene incluse nella Tabella I delle sostanze illecite a livello federale”.

La notizia non fa che confermare il riconoscimento pubblico dei benefici di questi psichedelici naturali nel trattamento di problemi di salute mentale come PTSD, depressione grave e ansia, in aumento soprattutto durante la recente pandemia. E rafforza il fronte anti-proibizionista in quest’ambito, dopo che nel maggio 2019 Denver era stata la prima città statunitense a depenalizzare i funghi contenenti psilocibina per uso personale.

Da allora il movimento di riforma ha conquistato altre vittorie locali (Ann Arbor, Oakland, Santa Cruz) e in concomitanza con le ultime elezioni presidenziali gli elettori dell’Oregon hanno approvato l’innovativa Measure 109 (56%), mentre nella capitale Washington D.C. è passata l’Initiative 81 (76%).  Nel gennaio dello scorso anno lo stesso aveva deciso il consiglio comunale di Somerville (Massachusetts), mentre recentemente è partita la raccolta firme per simili misure anche nella cittadina di Aspen, in Colorado.

La decisione degli amministratori di San Francisco poggia altresì sull’iter procedurale, avviato mesi fa nel parlamento californiano, per la legalizzazione sull’intero territorio statale del possesso ad uso personale, da parte di cittadini maggiorenni, di sette sostanze psichedeliche, tra cui Lsd, Mdma e psilocibina. Ciò grazie a un disegno di legge presentato dal senatore democratico Scott Wiener, ma messo nel cassetto meno di un mese fa e in attesa di rilanci futuri. E sempre in California, lo scorso marzo gli attivisti avevano annunciato il mancato raggiungimento delle firme necessarie per presentare un referendum a novembre 2022.

Tutta una serie di iniziative che, unitamente al ritorno d’interesse sia in senso socio-culturale che scientifico e impreditoriale per queste sostanze, hanno ampliato il dibattito pubblico e preparato il terreno per quest’ulteriore e importante decisione. La quale va ad aggiungersi ad analoghe normative allo studio di altri Stati e rafforza la probabile approvazione terapeutica, per chi è affetto da PTSD e simili disturbi mentali, relativa a Mdma e psilocibina a livello nazionale nel corso del prossimo anno. Non a caso il testo della risoluzione, redatto in collaborazione con gli attivisti di Decriminalize Nature San Francisco, impegna i responsabili cittadini a “istruire” le varie entità e lobbisti del settore a spingere per l’estensione della depenalizzazione dell’uso personale degli enteogeni nell’intera California e in ambito federale.

I tanti rilanci sui social media e sulle testate mainstream sottolineano l’importanza di quest’ennesimo successo normativo. E danno spazio alla dichiarazione del supervisore Dean Preston: “San Francisco si unisce al crescente elenco di città e contee che stanno considerando sotto una nuova luce questi medicinali a base vegetale, seguendo la scienza e i dati concreti, decidendo così di ridurre lo stigma sul loro uso e sulla coltivazione. Il voto unanime di oggi è un entusiasmante passo in avanti”.

(articolo apparso inizialmente su Fuoriluogo.it)