Workshop sull’estrazione dei fitocostituenti della kava

Kava Giovedì 28 luglio p.v. si terrà a Torino un workshop sull’estrazione dei fitocostituenti della kava (Piper methysticum) senza solventi forti, a cura del dott. Giuseppe Cazzetta, ideatore di Visione Curativa, sito-progetto specializzato in materie prime di origine naturale e centro d’informazione e documentazione scientifica. Luogo ed ora precisi del workshop verranno comunicati a breve.

Questo è il programma in dettaglio:
– Presentazione e generalità della kava
– Estrazione pratica della radice
– Osservazioni sulle qualità chimiche, farmacologiche ed organolettiche del preparato
– Confronto tra i partecipanti ed eventuali domande

Si potrà partecipare previo contributo libero etico e consapevole, oppure versando 5-10€ nel caso si volesse acquistare una tazza o mezza dell’estratto liquido ottenuto insieme. Nel secondo caso occorre prenotarsi tramite mail a visionecurativa@mail.com (basta fornire solo nome e cognome senza neccessità di pagare in anticipo). Qui ulteriori dettagli sulla kava.

Seguirà una breve presentazione (con dibattito) dell’antologia “Verso la maturità psichedelica“, raccolta selezionata di interventi dagli Stati Generali della Psichedelia in Italia 2019 e 2020, a cura della rete Psy*Co*Re (AnimaMundi, 2022).

FPT22: scienza e medicina psichedelica in Italia e in Europa

Realizzato grazie all’impegno volontario di alcuni collaboratori del network Psy*Co*Re, Frontiere PsicoTerapeutiche, alla sua seconda edizione a porte aperte, si è rivelato quest’anno un evento capace di far scaturire visioni e sguardi verso orizzonti solitamente non accessibili, a dimostrazione di una rete che intreccia professionalità ed interessi molteplici, coniugandoli in altrettanto eterogenei contesti di operatività e ricerca.

Molti i contributi dall’estero: dalla MIND Foundation di Berlino e dalla clinica tedesca OVID, ove viene svolto un servizio di psicoterapia assistita  con ketamina, ad orientamento cognitivo e basato sull’evidenza; dall’International Center for Ethnobotanical Education, Research, and Service (ICEERS) di Barcellona, che offre training e seminari di formazione per terapeuti,  facilitatori di processi nel vivo dell’esperienza psichedelica o nella sua integrazione; dal centro Takiwasi (ma non solo) in Perù, forte di un’esperienza trentennale nel trattamento di dipendenze croniche con il decotto di ayahuasca e altre medicine tradizionali indigene; dalla clinica PsyOn in Repubblica Ceca, in cui viene offerto un servizio di terapia con ketamina e si stanno avviando ricerche con uso di psilocibina; dalla vicina Svizzera in cui vengono attualmente condotti gruppi di terapia con utilizzo di MDMA ed LSD (su singoli casi autorizzati); dalla California, ove è possibile svolgere in cliniche, quali Ceremony Health, terapie individuali e di gruppo con l’utilizzo di composti psichedelici ed anche un contributo italiano, all’interno della MAPS, da cui emergono le possibili aperture per la ricerca  anche in Europa e in Italia.

Dalle tavole rotonde è emerso che la possibilità di una clinica psichedelica in Italia è ancora poco nitida e probabile, eppure, è comunque e ben possibile cominciare a ridurre il gap con gli altri Paesi che già lavorano ed investono in questo settore, per esempio muovendosi cauti ma determinati verso un paradigma di decriminalizzazione e depenalizzazione di queste sostanze, che permetterebbe intanto il riconoscimento del potenziale delle stesse (non solo di rischio) e l’avvio di una ricerca di matrice italiana.

Oppure per esempio riabilitando un discorso pubblico su queste tematiche, che sia fondato sulle evidenze scientifiche ma che sappia insieme far propri gli studi antropologici ed etnobotanici, filosofici e politici, letterari o di movimento underground che, finché la ricerca è stata bandita, han permesso che l’interesse intorno agli psichedelici non naufragasse nel periglioso mare di proibizione ed illegalità.

O ancora, informandosi e formandosi con altre tecniche che rimandano ad una più lucida consapevolezza circa lo spettro dei stati di coscienza (tecniche di respirazione olotropica, re-birth, meditazione, pratiche yogiche.. ) ma anche cominciando già da sé a costruire mappe che sappiano armonizzare l’interdisciplinarietà che connota questi temi nel nome di una rinnovata libertà cognitiva (cognitive freedom) e di un’affermazione al diritto di frequentare liberamente i propri stati di coscienza, in rinnovata armonia con un sistema ecologico ampio e fatto di nicchie ed ecosistemi che tra loro si relazionano.

A breve saranno disponibili (previo donazione), le video-registrazioni dei singoli interventi dell’evento, oltre a una raccolta dei materiali presentati (articoli, slide, video).

 

Frontiere PsicoTerapeutiche 2022: lo stato attuale della psicoterapia coadiuvata dagli psichedelici

FPT22Venerdì 10 e Sabato 11 giugno 2022 la rete Psy*Co*Re organizza Frontiere PsicoTerapeutiche 2022 (FPT22), in modalità ibrida a Torino e online, evento dedicato ad approfondire il tema della psicoterapia coadiuvata dall’uso di sostanze psichedeliche in Italia e in Europa.

Riprendendo e ampliando il formato ideato lo scorso anno, l’edizione 2022 prevede la partecipazione di 28 relatori italiani e internazionali, esperti dell’argomento: medici, terapeuti, ricercatori accademici e indipendenti offriranno le loro prospettive o illustreranno il loro modo di applicare queste terapie in stati dove l’uso delle sostanze psichedeliche in ambito clinico o sperimentale è ammessa. La maggior parte dei relatori inteerverrà online, ma la partecipazione dal vivo è particolarmente consigliata e finalizzata alla creazione di un network con base italiana che possa coordinarsi in futuro per risolvere l’anacronista mancanza di informazioni e di iniziative in loco.

L’obiettivo di fondo è quello di avviare una rete di professionisti in ambito sanitario e di aspiranti pazienti che possa ritrovarsi in una linea d’azione comune in grado di arricchire il panorama psicoterapeutico italiano, sia dal punto di vista clinico che della ricerca scientifica.

FPT22 intende quindi fornire le informazioni necessarie e aprire il dibattito per orientare domande quali:

– Esistono cliniche che offrono terapie assistite da psichedelici nel territorio europeo?
– Come avvengono in pratica? Quali gli approcci e le strategie applicate?
– Quali i percorsi di formazione attualmente disponibili per i professionisti?

Si tratta di questioni urgenti per operatori clinici e potenziali pazienti che riconoscono l’impotenza attuale della società di fronte all’avanzare della depressione (prima causa di disabilità a livello mondiale), delle dipendenze patologiche e di altre patologie come l’anoressia, sintomi del nostro periodo storico.

Ecco perché, considerato anche l’avvio di trial clinici in diversi stati Europei (per esempio a Dublino per la ketamina, a Berlino e Londra per la psilocibina) ci proponiamo con questo evento di affrontare criticamente lo stato dell’arte in Italia. Nello specifico  l’obiettivo pragmatico è quello di promuovere protocolli di ricerca e progetti di  psicoterapia con psichedelici per  favorire processi salutogenici, con uno sguardo particolare rivolto  al territorio italiano.

Nello specifico, FPT22 è un evento articolato in interventi frontali e tavole rotonde di discussione che si articola intorno a tre temi principali:

– LA PRATICA CLINICA DELLA TERAPIA ASSISTITA CON PSICHEDELICI;
– LO STATO DELL’ARTE DELLA RICERCA CLINICA PSICHEDELICA;
– LA FORMAZIONE PER LA TERAPIA ASSISTITA CON PSICHEDELICI.

Qui il programma completo (in italiano).

Qui la versione inglese del testo di cui sopra e qui il  programma completo in inglese.

PREZZO BIGLIETTO: 15 EURO A GIORNATA; 25 EURO PER LE DUE GIORNATE.

PER ISCRIZIONI, INFORMAZIONI E PAGAMENTI: +39 3460058154 — +39 3341134744

 

Livestreaming per MindBooks: “riflessioni psichedeliche”

Nell’ambito di MindBooks. L’editoria della mente e in occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino 2022, stasera giovedì 19 maggio (ore 21) si terrà un incontro – trasmesso in livestreaming qui sotto – dedicato ad alcune “riflessioni psichedeliche“: presentazioni di novità editoriali, interviste con alcuni autori e a seguire il dibattito aperto.

The Mushroom Speaks: reti miceliali per salvare l’anima del mondo

Nel nuovo ventennio, il fungo è tornato a parlare? O forse non ha mai smesso di farlo, pur se a modo suo? Un dilemma-esperienza che trova un brillante rilancio in un nuovo documentario svizzero, centrato sul rapporto fra il genere umano e quelli che potrebbero essere, secondo Terence McKenna, i nostri principali alleati per sfuggire all’autodistruzione. È così che vengono presentati i funghi in questa interessante opera, che coniuga ricerca scientifica ed artistica, insieme a molto altro. The Mushroom Speaks si colloca sul filone inaugurato dal documentario Fantastic Fungi (2019) ed è ispirato al libro L’ordine Nascosto (2020) di Merlin Sheldrake, riagganciandosi anche sul grande schermo all’odierno revival psichedelico.

 

Non a caso la stessa autrice, Marion Neumann, mi racconta, all’esterno della sala cinematografica occupata di Parigi “La Clé”, che l’ispirazione del film è stata squisitamente psichedelica. Senza però limitarsi ai soli funghi del genere Psilocybe, il documentario espone svariate ricerche sul campo, fornendo una visione quanto più trasversale possibile della (meritata e necessaria) rivalutazione oggi in corso anche per il mondo fungino. Basti citare, per esempio, lo stimolante saggio The Mushroom at the End of the World (2021) dove l’antropologa Anna Tsing spiega fra l’altro come certi funghi possono aiutarci a sopravvivere all’antropocene, per esempio ripulendo i territori contaminati da radiazioni nocive e altro.

Utilizzare i poteri fungini per aiutare l’umanità è un’idea sposata e applicata con solerzia dagli adepti alla “micologia radicale”: ricercatori, il più delle volte indipendenti, che sulla scia di Merlin Sheldrake e Paul Stamets conducono indagini sperimentali approfondite per applicare i saperi della micologia all’ecologia, all’agricoltura sostenibile, alla medicina e persino all’edilizia. Anche Peter Mcoy, considerato uno dei maggiori esponenti della micologia radicale, è tra i protagonisti del film, esprimendo chiaramente i suoi ideali post-umanisti:  parla per conto dei funghi e  promuove un’idea di uomo-ecosistema (colonie di funghi proliferano anche all’interno e all’esterno del nostro stesso corpo) che si affaccia su un misterioso abisso.

Nel film si incontrano anche monaci zen, psichiatri, micologhe e moderne streghe o erbarie, profonde conoscitrici del mondo vegetale. Ma soprattutto si incontra il popolo-funghi, che dal micelio al frutto la fanno da protagonista assoluti. Si apprendono così gli affascinanti misteri del sottosuolo, composto da segrete alleanze fra minerali, micelio e vegetali; l’evidenza per cui sono i funghi a permettere alle piante di prolificare, dando inizio a un nuovo ecosistema e scambiandosi informazioni; e come grazie ai funghi la materia viene decomposta per tornare potenza attiva, a conferma del fatto che proprio un fungo è l’essere vivente più grande e antico sulla terra. Nè manca lo spazio per sottolineare il potenziale di certi funghi “magici” di alterare la coscienza, tanto da essere considerato un valido alleato anche per il direttore di un monastero zen.

Il documentario punta decisamente a “far parlare” i funghi, da cui la scelta di non accompagnare i protagonisti umani con le didascalie proprie di un documentario divulgativo. Una scelta stilistica dalle tinte psichedeliche e post-umane, che intende quindi decostruire ogni forma di arrogante antropocentrismo. È grazie a questo spirito ecologico che Marion Neumann, insieme ad una rete multidisciplinare di psicologi, cineasti, artisti e psiconauti, intende fondare un centro di riferimento per l’arte psichedelica contemporanea.

Nel suo complesso il documentario abbraccia e rilancia l’espressione coerente della scena psichedelica attuale, dove la corrispondenza fra etica ed estetica ha un ruolo centrale. Lo condivide con Descending The Mountain, altra fresca opera cinematografica svizzera, con prossima distribuzione online, di cui si può intanto gustare la deliziosa colonna sonora. Delicata esplorazione al bivio tra gli effetti dei funghi psilocibinici e la natura della coscienza in senso lato, questo film propone una sintesi del tutto originale, integrando le esperienze del ricercatore Franz Vollenweider e del maestro Zen Vanja Palmers. I quali compaiono anche in questo  The Mushroom Speaks, riuscendo a trasmettere il senso dell’esperienza mistico-psilocibinica espandendosi oltre i frattali e le fantasie kashmir per arrivare al cuore della mente scientifica e dell’occhio contemplatore (conquistandosi ampie lodi dalla comunità buddhista).

Che parlino o meno, l’universo fungino sembra dunque ispirare innovativi percorsi che integrano arte, letteratura, ricerca scientifica e spirituale. Un caleidoscopio che trova spazio anche in Italia, come rivela fra l’altro il primo numero della giovane rivista Axolotl (“Micelio”) o nel magazine indipendente siamomine, in cui viene presentata l’analogia fra la rete micorrizia ed il web. E, quel che più conta, quest’articolata rete di produzioni cultural-artistiche ci aiuta a riconoscere e stimolare nuove comprensioni dell’universo vivente, grazie anche alle rivelazioni di questi validi alleati.

Enteogeni: nuova collana editoriale di AnimaMundi

Ralph Metzner, Enteogeni per la rinascita spiritualeSulla scia del continuo interesse di testate mainstream internazionali, dalla Francia agli Stati Uniti, va espandendosi anche in Italia l’attenzione editoriale sui vari aspetti degli psichedelici. Proprio l’esplorazione di quest’ambito sarà al centro degli eventi serali in livestream previsti per MindBooks (14-18 ottobre 2021): progetto ideato e ospitato dal cccTO, curato da Psy*Co*Re in contemporanea al Salone del Libro di Torino. Interviste, presentazioni e interventi vari approfondiranno i contenuti della biblioteca psichedelica nostrana e di altri volumi di recente pubblicazione. Quadro che va ora arrichchendosi di nuova collana ad hoc proposta da AnimaMundi, editore indipendente di Otranto,

Pioniere e ricercatore nel campo della coscienza, Ralph Metzner, uno dei massimi esponenti del movimento psichedelico degli anni Sessanta, ne è rimasto una forza trainante durante i successivi decenni di discriminazione fino all’attuale rinascita. Esperto psicoterapeuta transpersonale, prolifico autore, alchimista, sciamano, guaritore, maestro spirituale e instancabile esploratore degli stati non ordinari di coscienza, Metzner ha aiutato migliaia di persone un po’ ovunque, dalle Americhe all’Europa, direttamente nel suo studio, ma anche attraverso libri e seminari.

Questo l’incipit firmato dal noto psichiatra ceco Stanislav Grof nell’introdurre il primo volume della collana: Enteogeni: alleati per la rinascita spirituale. Linee-guida per esperienze psichedeliche produttive e sicure. Si tratta della traduzione di un testo agile ma approfondito curato nel 2015 da Ralph Metzner (1936-2019), psicologo tedesco-statunitense già coinvolto nelle prime ricerche sul campo con Timothy Leary e Richard Alpert nonché psicoterapeuta e professore emerito presso il California Institute of Integral Studies di San Francisco.

Un testo che finalmente porta anche in Italia i suggerimenti e l’esperienze di questo importante ricercatore ed esploratore degli stati alterati di coscienza in senso lato, maturate in decenni di sessioni, eventi e workshop internazionali nonché in numerosi libri e saggi intorno alle sostanze enteogene. E che quindi rientra pienamente in questo progetto editoriale, con l’obiettivo di “svolgere un lavoro di cucitura del passato con il presente, collegando le voci e le esperienze dei pionieri con le testimonianze dei ricercatori odierni, di mettere in relazione la ricerca in corso in tante parti del mondo con quanto va accadendo in Italia”.

Non a caso nella stessa collana esce anche la riedizione di Funghetti: un classico della letteratura psichedelica nostrana, realizzato agli inizi degli anni ’90 da Giorgio Samorini con lo pseudonimo di Silvio Pagani. Mentre per fine anno è prevista la pubblicazione dell’antologia curata dalla nostra rete Psy*Co*Re che raccoglie interventi selezionati dalle edizioni 2019 e 2020 degli Stati Generali della Psichedelia in Italia. Stay tuned!

 

20/9: Magic Mushroom Day

Magic Mushroom Day 2021«Abbiamo scelto il 20 settembre (9/20 nella dicitura anglofona) perché segna l’inizio dell’autunno, quando i funghi crescono copiosi; perché cade alla vigila dell’equinozio invernale, indicando un cambio di direzione; e perché riecheggia il 4/20, celebrazione globale dei successi del movimento pro marijuana». Così Nicholas Reville, animatore a Providence, Rhode Island, della 920 Coalition spiegava la scelta di lanciare questa giornata dedicata specificamente ai funghi psilocibinici (Magic Mushroom Holiday).

Lanciata nel 2015, l’iniziativa non ha (ancora?) raggiunto una massa critica al di fuori degli Usa, dove va però affermandosi come una “giornata di informazione e d’azione” dedicata al grande pubblico, sull’onda della crescente presenza mainstream delle sostanze psichedeliche, e dei “funghetti” in particolare. Ben più che una semplice “celebrazione” dunque, come accaduto per l’ormai universale 4/20 sulla cannabis, appunto, e per il Bicycle Day del 19 aprile (1943), a ricordo della prima auto-sperimentazione consapevole dell’Lsd da parte del suo scopritore, il chimico svizzero Albert Hofmann.

Obiettivo generale è infatti quello di ampliare il la discussione collettiva e informare al meglio sui benefici della psilocibina, soprattutto in ambito psico-terapeutico, sull’estesa ricerca scientifica in corso, sul processo di depenalizzazione avviato in alcune situazioni nord-americane (a partire da Decriminalize Nature), sulle precauzioni e i rischi nell’uso personale per scopi vari, microdosi incluse, sull’impiego cerimoniale-tradizionale del Teonanácatl e su molti altri aspetti collegati.

Proprio oggi, per esempio, la Johns Hopkins University annuncia un ulteriore passo avanti sul fronte della ricerca: è stato appena approvato il sostegno finanziario della NIDA (National Institute on Drug Abuse) per uno studio sulla psilocibina per superare la dipendenza da tabacco. Come sottolinea lo stesso responsabile Matthew Johnson, «è la prima volta in oltre mezzo secolo che le autorità Usa sostengono direttamente un’indagine sul campo con un classico psichedelico». E i molti commenti positivi ribadiscono l’arrivo di una nuova era per la legittimazione di tali sostanze nell’ambito della ricerca scientifica ufficiale.

Non manca il tipico flusso continuo di tweet per l’occasione, mentre su Instagram la testata DoubleBind informa sulla ricorrenza e chiede: «Come pensate di onorare questa giornata? Fateci sapere». Seguono migliaia di “like” e decine di risposte di diverso tipo.

Psychedelics Today, centro di informazione e training, propone una sorta di “riffa” con decine libri, corsi e altro per saperne di tutto e di più sulla psilocibina, in aggiunta a un podcast con vari ospiti, inclusa Michelle Janikian, giornalista ed autrice dell’ottima guida Your Psilocybin Mushroom Companion (2019).

È poi in corso (online) la quattro giorni del Third Annual Psilocybin Summit, con decine di relatori (da esperti micologi a curanderi, da Vandana Shiva a Dennis McKenna) di ogni parte del globo ad approfondire e condividere le conoscenze su coltivazione, ecodelia, tradizione, tripsitting e altro.

Ancora, oggi e domani il Chacruna Institute coordina l’International Psilocybin Symposium (online e gratuito, in inglese e spagnolo) che raccoglie ricercatori, accademici, leader indigeni, attivisti e altri soggetti coinvolti, per discutere le prospettive attuali e le problematiche di questo movimento globale.

Infine, ieri all’Università di Ann Arbour, in Michigan, migliaia di persone hanno dato vita allo Shroom Festival nel primo anniversario della normativa locale che dichiarava uso, coltivazione e distribuzione di piante e funghi enteogeni  “ultima priorità delle autorità repressive” – di fatto, la depenalizzazione a livello personale.

Tutta una serie di risorse e iniziative mirate a “celebrare” l’odierno Magic Mushroom Day come un’ulteriore occasione per documentarsi e coinvolgersi lungo il percorso collettivo verso la maturità psichedelica. Dove non mancano spazi e opportunità  anche per la ricerca italiana: qualche mese fa è stato approvato uno studio con la psilocibina sintetica all’università Roma Tre per la sindrome dello spettro autistico – per conto di Nova Mentis, azienda canadese di biotecnologia specializzata in medicina psichedelica.

 

 

 

Depenalizzazione cannabis: referendum e proposta di legge

ReferendumCannabis.itQualcosa si muove e stavolta sembra con forza anche in Italia. A pochi giorni l’una dall’altra sono partite la raccolta delle firme (online) per chiedere la consultazione referendaria sulla depenalizzazione della coltivazione casalinga della cannabis e una proposta di legge parlamentare.

Il quesito referendario chiede di intervenire sia sul piano della rilevanza penale sia su quello delle sanzioni amministrative rispetto all’uso personale. Occorre raggiungere 500.000 firme  entro il 30 settembre: ad oggi ne sono state raggiunte 220.000 (in 48 ore).

L’iniziativa si aggiunge alla recente approvazione, presso la commissione Giustizia della Camera, del testo unificato che introduce analoghe depenalizzazioni, pur se l’iter per la discussione in aula di una tale proposta di legge è ancora lungo.

Passi questi che rientrano nel contesto più ampio, anzi potremmo dire globale, che vuole porre  fine alla Guerra alla droga lanciata mezzo secolo fa (dagli Usa al resto del mondo), ribadendo la necessità di pianificare gli scenari successivi, cioè la Peace On Drugs. Entrambe le iniziative puntano a rimuovere lo stigma sociale e la criminalizzazione di chi fa uso di sostanze illegali – augurandoci che ciò funga da apripista anche per gli psichedelici che sono al centro della nostra rete Psy*Co*Re. Un  progetto che non si occupa  strettamente di questioni politiche, ma vuole stimolare la circolazione della conoscenza, le attività di studio e di ricerca e la mediazione istituzionale intorno a queste piante e sostanze, come specificato nel nostro Manifesto.

Ambito cui ovviamente rientra  la legalizzazione delle “droghe”, enteogeni inclusi: passaggio obbligato per ampliare, appunto, la ricerca scientifica e terapeutica; per informare correttamente su pregi, difetti e limiti delle varie sostanze; per sviluppare spazi culturali collaborativi e condivisi; per tenere d’occhio la corsa all’oro medico-psichedelico e molto altro.

D’altronde la fine del proibizionismo appare in piena sintonia con il mutato clima culturale (ancora una volta, a partire dagli Usa) e con la volontà dei cittadini, puntellata da prestigiose testate scientifiche e da vari movimenti politici.  Come spiega anche Michael Pollan nel suo ultimo libro: “Le elezioni [in Usa] del 2020 hanno fornito numerose prove del fatto che gli elettori hanno superato i politici nel riconoscere sia i fallimenti della War On Drugs sia il potenziale di alcune sostanze illecite come potenti strumenti di guarigione”.

Non a caso lo stesso movimento psichedelico ha registrato diversi successi: nel maggio 2019 Denver fece storia  diventando la prima città a depenalizzare i funghi contenenti psilocibina per uso personale. Evento seguito da altre formali decisioni locali (Ann Arbor, Oakland, Santa Cruz, Somerville) mirate a depenalizzare il possesso e l’uso personale delle ‘piante enteogene’, inclusive di funghi psilocibinici, peyote, ibogaina. Nel giugno scorso il Senato californiano ha approvato un’analoga proposta di legge, la prima a livello statale: pur se ora congelata a causa della chiusura dell’attuale sessione legislativa, verrà ripresentata con maggior forza e consenso alla prossima di gennaio 2022.  E gli attivisti giurano che nel 2024 si arriverà a depenalizzare tutte le “droghe” in Stati quali California, Colorado e Washington.

Si tratta di una serie di passi cruciali per una riforma sulle politiche in tema di “droghe” a livello federale, così da “liberare” quelle incluse nella lucchettata Tabella I del Controlled Substances Act voluto da Richard Nixon nel 1971. Un percorso che non può non estendersi ad altri Paesi e sostanze, inclusa l’Italia e la cannabis.

 

Corsi e ricorsi delle “piante maestre”

Continua ad espandersi anche in Italia l’attenzione verso la psichedelia e gli stati non ordinari di coscienza in senso lato, particolarmente in ambito editoriale, a conferma di un’ondata del tutto inedita già segnalata di recente. Stavolta è il turno di un’opera originale curata da Tania Re, psicoterapeuta gestaltista specializzata in Antropologia della Salute ed Etnomedicina. Il suo Tania Re, Stupefacenti e proibiteStupefacenti e proibite: le piante maestre, fresco di stampa presso le edizioni Amrita di Torino, offre un contributo puntuale lungo questo percorso di ampio respiro.

Una delle tesi centrali del libro è quella rimarcare come, in molte regioni del mondo, da tempo immemorabile gli esseri umani hanno appreso e condiviso le proprietà curative delle  piante “di conoscenza” e continuano a farne un uso accorto ancor’oggi:  tabacco, coca, oppio, ma anche sostanze di derivazione vegetale come psilocibina e ibogaina. Invece da oltre mezzo secolo i governi occidentali hanno deciso di bollarle come “droghe”, ovviamente illecite, criminalizzandone gli utenti e bloccandone di fatto la ricerca con ricadute negative per la  società tutta.

Dobbiamo quindi smettere di demonizzare tali piante e sostanze, per impegnarci piuttosto a studiarne e informarne sugli aspetti e sulle potenzialità,  oltre che a sperimentarne gli effetti in prima persona nei contesti e  modalità opportuni. Va cioè affermata la libertà di scelta terapeutica e la ripresa degli studi scientifici in materia, avviata da qualche anno soprattutto nel mondo anglosassone, ma anche in Spagna, Olanda, Repubblica Ceca, Israele, Svizzera.

C’è poi un altro punto cruciale che affiora ripetutamente: sono le “piante maestre” ad aprirci le porte a quella parte di realtà a cui non si può accedere da uno stato “ordinario”. Non a caso, per alcuni popoli tradizionali, la “vera” vita è quella vissuta nel sogno, mentre la vita “reale” altro non è che un’ombra del sogno. Il tabacco, per esempio, è considerato la pianta che apre la mente, mentre l’ayahuasca è tradizionalmente riconosciuta essere quella che apre il cuore. Insieme, le due piante sono tra i principali “maestri della foresta” da cui poter trarre grandi insegnamenti.

Concezioni, o piuttosto “visioni”, che possono senz’altro aiutare l’umanità e che quindi meritano di essere valorizzate proprio all’interno del cosiddetto “progresso” occidentale, evitando però di puntare al profitto e/o di cannibalizzarle senza scrupoli. Ovvero:

Sradicare l’uso della pianta dal contesto curativo tradizionale si rivela una scelta pericolosa, come è avvenuto quando il tabacco, da pianta in uso per cerimonie collettive a beneficio della comunità, è diventato una maledizione collettiva.

Contesto e cerimonie da salvaguardare e rispettare per affermarne così i benefici complessivi. Lo ribadiscono le storie vissute dalla stessa autrice, oltre che da alcuni amici e colleghi (incluse nella prima sezione di ciascun capitolo) a riprova del concreto aiuto psico-terapeutico offerto dalla medicina tradizionale e naturale. A conferma non manca una panoramica sulle prime indagini scientifiche degli anni ’60 e soprattutto sul recente revival della medicina naturale e ancor più di quella psichedelica (pur se ancora illegale).

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Frontiere PsicoTerapeutiche 2021: nuovi orizzonti per l’Italia

Il 29 e 30 maggio scorso si è svolto il primo incontro interamente dedicato alle terapie assistite con psichedelici o tecniche psichedelico-simili. Gli incoraggianti risultati di due importanti trial clinici condotti dall’Imperial College di Londra e dalla non-profit statunitense MAPS, la crescita esponenziale del dibattito e il crescente interesse economico sul tema psichedelico (nel 2021 Mindmed, azienda di biotech e psichedelici, ha ricevuto 240 milioni di dollari per promuovere ricerche e sintesi di sostanze psichedeliche) e altri segnali dal variegato fronte psichedelico globale hanno portato il circuito di Psy*Co*Re a decidere che “i tempi sono maturi” per ampliare il discorso e l’approccio generale anche nella penisola.

O quanto meno per affrontare seriamente la domanda-chiave: ci si sta muovendo verso la maturità psichedelica in Italia? Da qui il workshop-convegno in oggetto, di cui proponiamo una breve sintesi commentata.

Si è partiti dalla proficua condivisione di propositi fra giovani psichiatri e psicoterapeuti (per esempio Rossana Garofalo, Pier Laurenzi, Federico Seragnoli) e quella di specialisti affermati come Leonardo Montecchi e Riccardo Zerbetto. A convincere ed unire infatti non sono soltanto le statistiche e i dati delle ricerche estere, ma anche le testimonianze di pazienti italiani che, attraverso l’esperienza diretta di efficacia della cura, hanno permesso al prof. Gilberto di Petta, psichiatra fenomenologo, di ricredersi rispetto alle sostanze psichedeliche: alcune di esse possono essere strumenti di salvezza.

Nel caso specifico portato dal prof. Di Petta, la sostanza in questione è la ketamina, già impiegata in anestesia e di cui è permesso l’uso nella terapia della depressione maggiore resistente ai trattamenti classici con inibitori della serotonina (SSRI). Tuttavia, ad oggi la responsabilità dell’utilizzo di questo farmaco off-label (non previsto dai manuali ufficiali) pesa sulla decisione del singolo psichiatra, che di conseguenza si trova orientato verso la variante S-Ketamina, per cui esistono invece ricerche specifiche che ne consentono l’uso on-label (per approfondire l’uso della ketamina in terapia vedi questo articolo di Gianluca Toro).

Il dott. Alessio Faggioli, psicoterapeuta nella clinica PsyOn di Praga, a cui viene offerta terapia assistita con la ketamina, ha fatto notare che la prescrizione della più economica (e più efficace) ketamina potrebbe passare in secondo piano a causa degli interessi economici che sostengono la sperimentazione e l’adozione della costosa S-Ketamina.

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