Luci e ombre della corsa all’oro medico-psichedelico

Riportiamo qui di seguito l’articolo di Bernardo Parrella pubblicato sul numero di novembre/dicembre 2020 del bimestrale Dolce Vita.

visione cervello-menteIl revival delle sostanze enteogene nell’ambito mainstream può essere fatto risalire a poco più di vent’anni fa, quando nel 1999 Dr. Roland Griffiths coordinò all’Università Johns Hopkins di Baltimora, in Maryland, uno studio (autorizzato dalle autorità Usa) sulla psilocibina come coadiuvante psicoterapeutico per superare le dipendenze e per alleviare l’ansia della morte nei malati di cancro terminale. I promettenti risultati diedero vita a un gran rigoglio di ricerche farmacologiche e test sul campo, riflessioni letterario-filosofiche e affondi spirituali, rilanci artistici e mediatici. Oggi, nel bel mezzo della versione 2.0 di un Rinascimento Psichedelico dalle mille sfaccettature, l’approccio scientifico-terapeutico rimane spesso il necessario grimaldello per spalancare le porte della percezione sia a livello individuale che collettivo.

Gli incoraggianti risultati di queste sperimentazioni legali sembrano promettere la caduta progressiva dei divieti per ‘droghe’ come Lsd, psilocibina e Mdma, al pari delle vere e proprie ‘Plant Medicine’. A sua volta, questa prospettiva ha fatto scattare l’inevitabile corsa al big business, visto il mercato globale di proporzioni potenzialmente enormi. Trattandosi però di formule chimiche di pubblico dominio, per avere successo è obbligatorio inventarsi formule commerciali creative e originali, meglio se brevettabili e/o facilmente scalabili. Con tutti i pro e contro che ciò comporta. Basta solo dare un’occhiata ad alcune delle partnership imprenditoriali lanciate negli ultimi tempi.

Leggi tutto

Tutto pronto per SGPI20

La seconda edizione degli Stati Generali della Psichedelia in Italia (SGPI20) si svolgerà interamente via livestreaming online e nell’arco di quattro giornate – a partire dalle ore 10 di martedì 8, venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 dicembre 2020. Previsti oltre 80 interventi, 4 tavole rotonde, varie presentazioni e dibattiti serali. Il programma definitivo, l’elenco dei relatori e altri dettagli sono disponibili a questo link: https://docs.google.com/document/d/1obu_RKueuYIGDt5k6CFbTsA7f9jIVjPPtS8pbYimjH8

L’evento si propone di puntualizzare, secondo i più aggiornati approcci critici, lo stato dell’arte della ricerca psichedelica e in generale sulla scienza degli stati di coscienza, privilegiandone gli aspetti inediti e le prospettive future. Oltre a dare spazio a un’ampia mole di situazioni e progetti italiani nel campo, l’obiettivo complessivo è quello di offrire uno spettro informativo che spazia dalla filosofia all’arte, dagli aspetti storici ai risvolti sociali e politici variamente legati a psichedelia e stati di coscienza oggi nel mondo.

Pur se riservato agli addetti ai lavori, l’evento è aperto alla partecipazione di soggetti esterni interessati (studenti, giornalisti, ricercatori, etc.), previa prenotazione obbligatoria al seguente link: https://forms.gle/aXkUi6T53CiJHGiM7.

L’anti-depressivo Esketamina al Policlinico di Bari

Arriva anche in Italia l’anti-depressivo Esketamina. La Clinica Psichiatrica del Policlinico di Bari sarà la prima a somministrarla in Italia – sotto forma di uno spray nasale basato, appunto, sulla ketamina.

La ketamina è un anestetico con proprietà allucinogene e in dosi ridotte (50-60 mg) produce una profonda esperienza psichedelica. Ha il vantaggio di avere effetti di breve durata (1-2 ore), senza danni collaterali e, soprattutto, di non essere inclusa nella Tabella I delle sostanze proibite in Usa, dove è regolarmente prescritta contro dolori cronici e nervosi. E sul finire degli anni ’90 si erano avuti successi nei test su dipendenza e psicoterapia condotti a San Pietroburgo, in Russia.

Nel marzo 2019 la FDA statunitense (Food & Drug Administration) l’aveva approvato come antidepressivo, dopo decenni nei quali nessuna molecola era stata aggiunta all’armamentario di quelli già disponibili – pur se non sono mancate le critiche, soprattutto riguardo ai costi esorbitanti (fino a 5mila dollari a ciclo di terapia). Hanno fatto seguito analoghe aperture in Gran Bretagna, ed ora è arrivato è l’OK della Commissione Europea. “Questo nuovo antidepressivo arricchisce significativamente il nostro armamentario terapeutico per il trattamento della Depressione, in quanto efficace anche nelle forme più severe e gravi”, ha spiegato il professor Bertolino del Policlinico di Bari.

Seconda edizione Stati Generali della Psichedelia in Italia

NOTA BENE: GLI STATI GENERALI 2020 SI TERRANNO ESCLUSIVAMENTE IN LIVETREAMING. LA “CALL” E’ ORMAI CHIUSA, MA VISTA LA MOLE DI INTERVENTI E’ STATA AGGIUNTA UNA QUARTA GIORNATA (8 DICEMBRE).

 

Apriamo la chiamata per partecipare alla seconda edizione degli Stati Generali della Psichedelia in Italia. Resi disponibili gli Atti Completi  dell’edizione 2019 (da scaricare liberamente in formato pdf), ora è possibile inviare le proposte per partecipare a SGPI20 (Torino, 8 + 11-13 dicembre 2020). Due le sezioni principali: una a “inviti/guests”, riservata a ospiti specifici, e una “aperta/open”, aperta ai contributi di chiunque vorrà farsi avanti.

Per entrambe le sezioni si potranno proporre interventi in base ai seguenti filoni:

* RICERCHE RECENTI E/O INEDITE.
Partendo dalla ricerca sulla farmacologia/etnofarmacologia psichedelica in senso stretto per arrivare a quella sugli stati di coscienza in generale.
Scoperte, aggiornamenti a 360° emerse preferibilmente nell’ultimo anno cioè dal 7 dicembre 2019 in poi e riferibili all’ultimo anno in corso e/o a anni passati ma comunque inedite. Per quanto riguarda gli studi già presentati lo scorso anno sanno ammessi report di aggiornamento sullo stato della ricerca.
Questa sezione è dedicata ai ricercatori delle università, di enti privati ma anche indipendenti che abbiano svolto ricerca in qualsiasi area di studio (farmacologia psichedelica, etnobotanica, psicologia, astrologia, neuroscienze, storia, ecc.). Ogni intervento dovrà rispettare gli standard degli articoli “peer review” sulla base di un template che verrà fornito al momento dell’adesione.

* 50 ANNI di PSICHEDELIA. Sezione dedicata a ricostruire la storia della psichedelia italiana.
In questa sessione saranno accettati tutti i documenti di qualsiasi tipo (scritti, fotografie, filmati, interviste, pubblicazioni, racconti personali, ecc.) che possano contribuire a riscostruire la storia della psichedelia in Italia a partire dalla fine degli anni ’60 in poi senza trascurarne le radici e gli agganci internazionali.

* ARTE e PSICHEDELIA in Italia. In questa sezione potranno essere proposti progetti da realizzare e/o già realizzati, di qualsiasi genere e formato incluso: danza, teatro, performance, musica (dj set, concerti, ecc.) Le relative presentazioni durante l’evento dovranno essere al massimo di 5 minuti. Alcuni progetti verranno selezionati per essere presentati in appositi spazi dedicati (mostra d’arte, concerti, performance, ecc.).

* FG (Foreign Guests/Open). Liberi contributi da tutto il mondo, su tutti gli argomenti riguardanti la psichedelia e gli stati di coscienza in generale.

* 30 anni di SISSC. Una sezione speciale sarà dedicata al trentennale della nascita della Società per lo Studio degli Stati di Coscienza, la prima e più autorevole associazione che si è occupata in modo scientifico di coscienza in Italia a partire dal 1990. Per questa sezione la valutazione delle proposte d’intervento sarà a cura del comitato scientifico della stessa SISSC.

Agli SGPI20 si potrà partecipare in presenza (nei limiti imposti dalle restrizioni Covid) o tramite collegamento in web-streaming, con contributi audio/video registrati o scritti. Nel caso le restrizioni Covid impedissero la realizzazione dell’evento, questo si svolgerà comunque in diretta web-streaming. Il termine ultimo per presentare le proposte è fissato alle ore 24 di domenica 15 novembre 2020.

LA PARTECIPAZIONE È COMPLETAMENTE GRATUITA PER TUTTI. VA PERO’ COMPILATO IN ANTICIPO L’APPOSITO MUDULO ONLINE: QUI PER LA SEZIONE “INVITI/GUESTS” E QUI PER LA SEZIONE “APERTA/OPEN”. (For more details in English, please email us).

IMPORTANTE: Ogni relatore s’impegna a presentare il testo completo della propria relazione in concomitanza alla partecipazione all’evento — oppure a farlo pervenire via email ai coordinatori al massimo entro il 31 gennaio 2021 — inclusivo di nome/cognome, titolo dell’intervento, sintesi, testo completo, mini biografia, eventuale bibliografia. In caso di mancato rispetto di questi termini, nominativo e relazione NON verranno inclusi negli Atti di SGPI20.

Per ulteriori informazioni: < psy.co.re.001@gmail.com > oppure tramite sms (o WhatsApp) al numero di cellulare: +39 3389077600

Gli SGPI20 sono organizzati dal CCCTO in collaborazione con : FOM Academy, Mens ex Machina, SPI, Chemical Sisters

Gli effetti psicoattivi dell’artemisia?

Assenzio maggioreL’assenzio maggiore (Artemisia absinthium) è un’erbacea appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Dedicato alle dee Artemide e Diana, nell’Antica Roma veniva considerato un erba protettrice e profetica in tutto il mondo antico; i soldati romani lo mettevano dentro i sandali per andare più veloci e per resistere più a lungo durante le marce. In Cina e Giappone veniva tenuto sugli usci per allontanare i malanni e gli spiriti maligni; stesso uso ebbe nell’Europa medievale dove veniva ritenuto un dono fatto dai tritoni all’umanità. E’ stato anche l’ingrediente principale della birra prima dell’avvento del luppolo e veniva fumato come tabacco dai marinai.

In Sicilia gli anziani facevano lo stesso con l’Artemisia arborescens, una pianta molto vicina all’absinthium. Nel 1792 il medico francese Henry Louis Pernod creò la ricetta del famoso liquore omonimo, riprendendo quella di un medico svizzero, denominato “assenzio come rimedio fitoterapico”. Il distillato venne poi bandito nel corso del XX secolo in diversi stati degli USA per via del suo potenziale allucinogeno che si imputava al tujone, un terpenoide presente nell’artemisia.

In realtà non era il tujone a causare gli effetti psicoattivi e i danni cerebrali, ma l’alcol. Bisogna infatti considerare che l’artemisia non era l’unico ingrediente della bevanda ma veniva fatta macerare insieme a melissa, issopo, angelica, anice stellato, dittamo di Creta, ginepro, noce moscata, veronica, semi di anice  e di finocchio. Quindi il menstruum veniva distillato riducendo ulteriormente il contenuto di tujone.

Gli effetti psicoattivi dell’artemisia stessa non sono dovuti solo al tujone, ma anche a molti altri terpenoidi e composti aromatici presenti nel ricco fitocomplesso della pianta tra cui acido rosmarinico, canfora, mircene, linalolo, etc.

Gli estratti di Artemisia absinthium sono potenti attivatori dei recettori muscarinici e nicotinici (IC50 <1mg/ml), con un azione comparabile a quella del cloridrato di carbamilmetilcolina.  Come altri agenti colinergici sono molto efficaci nello stimolare l’attività onirica e la memoria al risveglio.

Sono in molti ancora a credere che il tujone abbia effetti simili al THC per via della somiglianza strutturale, l’affinità per i recettori dei cannabinoidi è insufficiente ad avocare effetti psicotropi. Studi sugli animali dimostrano che agisce come inibitore del recettore GABA-A causando eccitazione in base alla dose. Infatti solo oltre una certa soglia diventa neurotossico e può causare convulsioni ed altri sintomi importanti, al contrario i dosaggi medio-bassi sono neuroprotettivi.

[ Qui l’articolo completo con magggiori dettagli ]

La presenza importante (ma dimenticata) delle donne nel percorso dell’Lsd

Riportiamo alcuni stralci da un longread apparso pochi giorni fa su Fuoriluogo: un’articolata sintesi su uso ed effetti, storia e cultura dell’Lsd visti dalla specifica prospettiva femminile, curata dalle Chemical Sisters. Trattasi di uno dei vari aspetti poco discussi o finanche nascosti nell’attuale revival psichedelico, a volte fin troppo teso ad auto-esaltarsi in maniera univoca,  sorvolando su ambiti meno ovvi o popolari ma importanti (per non parlare di questioni controverse). Per esempio: «C’è molto da scrivere su donne e sostanze, ma il discorso sugli psichedelici è stato storicamente dominato dagli uomini», come si legge nel pezzo. Aspetti che invece meritano attente riflessioni come questa, soprattutto nel contesto italiano, e su cui torneremo a breve.

———–

Nel 2005, una studiosa che conosceva la figlia di Gertrude Paltin, trovò un raro libro di consultazione del 1971, scritto da sua madre e Oscar Janiger: A Bibliography of LSD & Mescaline: From the Earliest Researches to the Beginnings of Suppression. Janiger è una figura ben nota nella terapia psichedelica, ma Gertrude Paltin è quasi del tutto sconosciuta. La signora Paltin era una biochimica figlia di immigrati ebrei russi, conobbe il dott. Janiger in quanto il suo primo marito, un medico, era stato uno dei primi soggetti a cui Janiger somministrò l’LSD. È diventata anche lei sua paziente e successivamente assistente e coautrice di questa vasta bibliografia annotata che comprende opere in italiano, tedesco e francese e inglese, suddivise in 18 principali aree di interesse, tra cui pubblicazioni su amministrazione-dosaggio-tolleranza, studi psicologici, studi comportamentali e opere popolari e creative. I riferimenti compilati dalla sig.ra Paltin e Janiger, sebbene non focalizzati su applicazioni terapeutiche e completi solo fino al 1963, forniscono collegamenti altrimenti non recuperabili al primo corpus di conoscenze e ricerche che potrebbero altrimenti essere dimenticate.[1]

Questa vicenda è emblematica della storia nascosta delle donne nella ricerca psichedelica che spesso hanno sostenuto il lavoro dei loro partner e colleghi maschi, hanno fornito conforto ai partecipanti, sono state coinvolte come sitters in sessioni psichedeliche e hanno contribuito a scrivere relazioni, ma sono state molto raramente identificate come co-pari partecipanti ai lavori pubblicati.[2]

C’è molto da scrivere su donne e sostanze, ma il discorso sugli psichedelici è stato storicamente dominato dagli uomini. Le esperienze farmacologiche delle donne sono state contemporaneamente sensazionalizzate per i loro aspetti scandalosi e sterilizzate nei rapporti clinici, per cui il ruolo delle donne nelle indagini sugli psichedelici prima della loro messa al bando per legge è per lo più oscuro e le identità delle prime sperimentatrici donne sono spesso sconosciute. Il discorso sugli psichedelici ha teso a trascurare il contributo delle donne, ma studiose, artiste e terapiste coraggiose e determinate hanno guadagnato e richiesto la piena partecipazione a programmi di ricerca, forum professionali e sforzi educativi, e ora stanno cambiando questo campo. La filantropia è un po’ più indietro, ma è sempre stata un bastione del relativo conservatorismo. Come conseguenza dello storico squilibrio di genere, ci sono un certo numero di donne il cui ruolo significativo nell’esplorazione e nell’impiego di psichedelici per lo sviluppo spirituale, la scoperta personale e l’impatto terapeutico non è stato ben registrato o riportato.[3]

Leggi tutto

Antropologi occidentali tra ayahuasca e sciamanesimo

Amselle+NarbyProsegue la bonanza di libri italiani su temi variamente legati alla psichedelia (raggruppati sotto la categoria MindBooks). Stavolta si tratta di Psicotropici: La febbre dell’ayahuasca nella foresta amazzonica, dell’antropologo francese  Jean-Loup Amselle, direttore di studi all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, pubblicato da Meltemi Editore. Ne parla in un ampio intervento su Carmilla lo psichiatra Piero Cipriano. Il quale stronca senza mezzi termini l’approccio di Amselle:

Il mio giudizio è severo perché negli ultimi decenni, in cui tutti i mondi da scoprire sono stati scoperti, e l’unico mondo inesplorato è quello che puoi vedere solo se entri in un altro stato di coscienza, un antropologo che (pur occupandosi di sciamani e di ayahuasca) ha l’ossessione della sobrietà, il culto, la venerazione dello stato di coscienza ordinario, e non si affaccia neppure una volta una soltanto dico una nell’altro mondo, nel mondo dove ci sono gli spiriti (direbbero gli sciamani) oppure ci sono i morti oppure i demoni e gli dei, che antropologo può mai essere? Che saggio su sciamani amazzonici e ayahuasca potrà mai scrivere? Un libro scritto da un voyer, uno che sta al di qua, a guardare a studiare da fuori i vari “attori della filiera sciamanica”, come li chiama, per osservare da fuori ciò che ha timore di vedere da dentro. Come uno che, invece di scopare in prima persona, guarda gli altri mentre sono intenti a… bere l’ayahuasca. Cosa potrà mai capirci?

Leggi tutto

William Leonard Pickard finalmente libero!

William Leonard PickardDue mesi fa rilanciavamo un caso di plateale persecuzione sugli psichedelici innescata dalla war on drugs: William Leonard Pickard – già ricercatore ad Harvard, chimico indipendente, monaco Buddhista, scrittore, ecc. – arrestato nel 2000 e condannato all’ergastolo nel 2003 con l’accusa (manipolata dalla DEA) di aver prodotto grosse quantità di Lsd in un ex centro missilistico del Kansas, e considerato tra i massimi prigionieri politici americani. I dettagli venivano raccontati in lunga intervista apparsa nell’aprile 2017 su The Oak Tree Review, oltre ad approfondimenti sulla sua situazione legale. Ebbene, arriva ora l’attesa notizia del suo imminente rilascio dal carcere di Tucson, in Arizona, avendo appena ricevuto il condono (Compassionate Release, basata su una petizione relativa anche alla diffusione del Covid-19 in carcere) per i due ergastoli a cui era stato condannato. Qui ulteriori dettagli e materiali su “spiate” e controversie relative al suo arresto.

Quest’obiettivo è stato finalmente raggiunto grazie al continuo sostegno non solo del giro psichedelico internazionale ma anche e soprattutto della comunità scientifica Usa. In particolare, l’impegno della psichiatra Julie Holland che ha conosciuto Pickard fin dal 1994 e lo ha definito un “collega”  nelle lettere inviate anche al Presidente Obama e al giudice Thomas Martin. Un breve video curato dalla redazione di Psymposia riassume gli ultimi sviluppi che hanno portato alla decisione dei giudici. E un articolo di Lucid News dettaglia l’intera vicenda, in attesa di nuove comunicazioni dallo stesso Pickard tornato in libertà.

Stralci di psichedelia italiana dal 1969 a oggi

Il Volo Magico, 2020Ottima la panoramica sull’editoria e la cultura psichedelica nostrana dell’ultimo mezzo secolo appena pubblicata su L’indiscreto, a firma di Andrea Cafarella, nel contesto di un’ampia riflessione a partire dal ’69 psichedelico italiano. Dove si annuncia l’agognata ristampa de Il volo magico di Ugo Leonzio per Il Saggiatore, con la puntuale prefazione di Agnese Codignola. Una pietra miliare in quest’ambito, pubblicata nel 1969 da Sugar e negli Oscar Mondadori, e poi letteralmente scomparso di scena — pur se rimane «la migliore esposizione di questi argomenti tutt’oggi disponibile in lingua italiana», come ricorda giustamente il buon Giorgio Samorini.

Nel segnalare una varietà di libri in tema passati e recenti, il (lungo ma stimolante) pezzo vola variamente tra enteogeni ed esoterismo, espansione della coscienza e controcultura, esperienze personali e rinascimento psichedelico – puntando a una sorta di “ritorno alla mistica psichedelica”.  Ne riportiamo alcuni stralci:

«L’uso della droga ha lo scopo di sperimentare l’ascensione spirituale: volare, superare distanze immense, scomparire, sono alla base della ricerca estatica: sperimentare sul piano reale, carnale come ha detto Eliade, ciò che per la condizione umana è accessibile solo sul piano dello spirito». La questione mistica – questo ci preme individuare in questo ragionamento – è fondamentale, secondo Leonzio. È il centro della discussione. Non solo per quanto riguarda gli allucinogeni, «queste evasioni tossiche sono alla base di tutta la topografia mistica delle religioni orientali e della religione in genere, almeno nella sua formazione rudimentale». Torniamo qui al discorso che anche Graham Hancock porta avanti, quando, all’inizio del suo Sciamani, ipotizza il ruolo fondamentale che avrebbero avuto gli psichedelici nel momento della formazione della nostra coscienza, attraverso, appunto, l’estasi mistica, ovvero lo strumento ultimo di quell’arte fondativa dell’essere umano che è proprio l’arte di conoscersi. «Tutte le forme mistiche hanno usato, ai fini di provocare l’“estasi” o gli stati di beatitudine, metodi in grado di alterare la normale chimica del corpo. Le quaresime, i lunghi digiuni dei contemplativi di clausura impoverivano di vitamine il sistema nervoso, provocando una diminuzione dell’efficienza del cervello, in grado di provocare visioni. Le cerimonie medioevali dei Flagellanti utilizzavano per le battiture fruste di cuoio intrecciate con filo di ferro. L’atto della frustata liberava nel sangue grandi quantità di istamina e adrenaline, che insieme a varie sostanze tossiche prodotte dalle proteine in via di decomposizione, provocavano visioni simili a quelle degli stati schizofrenici. Il canto continuato, le cantilene interminabili del sacerdote sciamanistico, avevano come fine inconscio di aumentare la percentuale di CO2 nei polmoni e nel sangue. E ugualmente per gli esercizi orientali di respirazione». L’uso di sostanze psichedeliche sarebbe quindi solo uno degli strumenti da accostare alla pratica mistica, «non riteniamo che le droghe siano un surrogato per giungere all’estasi pura, un’alternativa al decadere della tecnica sciamanica», piuttosto una delle tecniche sciamaniche, oppure sarebbe meglio dire: una delle componenti di alcune delle tecniche sciamaniche. Pensiamo al tamburo, al canto e a tutti gli strumenti coinvolti nelle pratiche citate poc’anzi. Cosa sarebbe l’autoflagellazione senza flagello? Eppure, non basta un flagello per raggiungere l’estasi e la beatitudine.

Il Volo Magico, 1969«Ma i grandi mistici, lungi dal mostrare una confusione fra l’Io e l’ambiente, agiscono con grande efficacia e con acuto senso delle realtà sociali. L’Io, il Sé, che va smarrito nell’illuminazione mistica, non è quell’Io – o Sé – necessario all’esecuzione pratica dei propri compiti». Lo ripete quindi anche Fingarette; il vero problema, per il mistico che ha raggiunto l’estasi e l’illuminazione, sarebbe il fatto che non potrà mai vivere come viviamo noi e nemmeno in mezzo a noi, poiché sembrerebbe un folle, non potrebbe mai accettare l’ipocrisia di questa società. Noi stessi facciamo un’enorme fatica nel concepire che «La morte dell’Io, che dovrebbe precedere lo stato di “satori”, è per il mistico solo la morte della personalità, preoccupata della propria immagine; non l’eliminazione del livello cosciente; al contrario, [è] la sua elevazione». Il mistico non muore – nell’esperienza psichedelico mistica – per «staccare il cervello», per scordarsi di sé per qualche tempo e poi tornare alla pratica dell’apparire. Il mistico muore per rinascere. Totalmente diverso. Sempre diverso: illuminato, per essere un uomo nuovo, un mago. L’esperienza psichedelica diventa quindi un viaggio mistico verso la luce, fino alla salvazione che deriverebbe dall’ascolto profondo del Bardo, per produrre una vita davvero religiosa e una coscienza nuova e senza fine. L’esperienza mistica è quella di Giordano Bruno; forse – ci consiglia sempre Mazza Galanti – può tradursi in quella versione politica che aveva iniziato a progettare Mark Fisher quando scriveva il suo Acid Communism. L’esperienza mistica è il contatto con il sacro, attraverso il rituale che nasce da una fede alimentata dalla pura conoscenza, dal sapere che deriva da una pratica intensa e senza fine. L’iniziato sa di non poter mai arrivare a una risposta definitiva. Bisogna sapere di non sapere. La consapevolezza è tutto.

Per saperne di più, rimandiamo all’articolo integrale su L’indiscreto, curato da Andrea Cafarella: Il Sessantanove psichedelico italiano: differenze e coincidenze tra esperienze psichedeliche e mistiche.

La Calea Zacatechichi

Calea ternifoliaLa Calea Zacatechichi (Calea ternifolia), nota anche come erba del sogno messicana, erba amara o foglia di Dio, costituisce probabilmente l’oneirogeno tradizionale più famoso. È una pianta della famiglia delle Asteraceae, usata soprattutto dagli indigeni Chontal, dello stato messicano di Oaxaca, per la oniromanzia, tecnica divinatoria basata sui sogni.

La pianta viene impiegata da sempre anche per il trattamento di diversi disturbi tra cui disordini intestinali, febbre, mancanza d’appetito, dissenteria e diabete. La farmacologia di questa pianta non è ancora stata del tutto compresa, ma si sa che è ricca di lattoni sesquiterpenici, composti amari in comune anche con altre piante oneirogene come l’artemisia.

Uno studio in-vitro sembra però contraddire l’alto profilo di sicurezza di cui da sempre gode, comparandola a un noto agente chemioterapico. Ricordiamoci che questa pianta viene consumata giornalmente per lunghi periodi a dosaggi anche alti senza particolari accortezze, infatti diversi onironauti sono rimasti spaventati dalle rivelazioni di questa ricerca.

Tuttavia il lavoro, come spiegano anche gli autori, non è affatto conclusivo e si scontra con delle analisi successive effettuate in-vivo da un altro team.

Casi del genere sono comuni per altre specie relativamente molto sicure come ad esempio la borragine, i composti tossici sono presenti a concentrazioni molto basse e vengono bilanciati da altri elementi presenti nel fitocomplesso.

Qui il testo integrale dell’articolo.