Testimonianze di un approccio italiano alla psichedelia

Verso la maturità psichedelicaRiprendiamo questo articolo-recensione apparso su Fuoriluogo, a firma Tiziano Canello e Carolina Camurati. 

Arriva in libreria in questi giorni la prima pubblicazione editoriale firmata da Psy*Co*Re, il network italiano che dall’estate 2019 promuove la ricerca su psichedelici e stati di coscienza da una prospettiva aperta alla complessità e multidisciplinare. Verso la maturità psichedelica è un’ampia collezione di interventi che hanno avuto luogo durante le due grandi mobilitazioni in quest’ambito, svoltesi a Torino (e online) nel dicembre 2019 e 2020: tre giornate di relazioni, testimonianze, analisi e molto altro denominate “Stati Generali della Psichedelia in Italia”.

L’antologia, inserita nella nuova collana Enteogeni di AnimaMundi Editore e curata da Alessandro Novazio e Bernardo Parrella, esce alla vigilia della terza edizione di tale evento, previsto per il 10-12 dicembre prossimo. E rappresenta l’esito di un comune sforzo non solo per muovere incontro alla sempre più evidente ripresa dell’utilizzo scientifico e terapeutico di piante e composti definiti “psichedelici”, e dunque divulgarne anche nel Belpaese i contenuti più recenti.

Ma è anche e soprattutto un’elaborazione tutta nostrana di questo risveglio internazionale nella ricerca e nella terapia: il tentativo di trovare la postura adeguata a cogliere le incredibili complessità del fenomeno, affinché non sia preda di facili entusiasmi rivoluzionari e non si lasci abbagliare dal giornalismo sensazionalistico, o dalla brama di sfondare a suon di marketing un mercato che in USA si sta già dimostrando anche troppo ricettivo (si veda l’esplosione di start-up, cliniche private e ritiri che promuovono una varietà di “terapie assistite”, spesso a prezzi gonfiati).

Dunque, lo sfondo è quello del “sappiamo ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”. L’orizzonte invece è quello della maturità psichedelica, della discrezione di contro alla passerella di una medicalizzazione ad accesso privato ed elitario, della critica consapevole e plurale del presente che ci vede entrare, in questo secondo millennio, in un’epoca post-proibizionista con sguardo lucido. Consci che nel nostro Paese la strada verso la libertà di ricerca con queste sostanze, e ancor più verso la loro depenalizzazione, si presenta irta di ostacoli, ma non per questo impraticabile.

Il volume si compone di due parti principali: la prima, su ricerca scientifica e frontiere terapeutiche, in cui vengono raccolti i contributi più recenti circa le terapie e gli effetti d’uso monitorati tramite le più innovative tecniche di ricerca scientifica o analizzate tramite recenti teorizzazioni filosofiche. La seconda si concentra invece sugli aspetti legati a tradizione, cultura e attivismo, mostrando come il cosiddetto Rinascimento psichedelico proveniente dai laboratori scientifici d’avanguardia (John Hopkins, Imperial College.) non possa fare a meno di interfacciarsi ed integrarsi con una comprensione antropologica, ecologica e culturale del fenomeno.

Questa impostazione mette in dialogo dunque quelli che si definiscono “huxleyani”, convinti da un approccio di diffusione degli psichedelici dall’alto, filtrata dal setaccio delle istituzioni, con i “learyani” sostenitori di una diffusione dal basso del vasto fenomeno della psichedelia, in cui l’ eco principale viene dato alla voce dei consumatori e allo sdoganamento delle informazioni senza filtri e censure.

L’approccio europeo all’implementazione in società di queste sostanze (e in generale delle tecniche inducenti stati alterati di coscienza, come la respirazione Olotropica) per come si sta delineando tra Inghilterra, Svizzera e Germania presenta già differenze importanti rispetto a quello prettamente statunitense: più prudenza, più ricerca, passaggio obbligato dagli ospedali e dalle università.

In Italia associazioni quali la SISSC (Società Italiana per lo Studio degli Stati di Coscienza, fondata nel 1990) e la rete di Psy*Co*Re riescono a dare uguale valore alle voci della ricerca attuale e alle riflessioni di un fecondo passato psichedelico, all’informazione mainstream e a quella underground. Un pregio tutto nostrano che ha preso corpo anche in quest’antologia, ponendosi come una testimonianza chiave del percorso psichedelico, multidisciplinare e variegato per sua stessa natura, sta prendendo piede anche in Italia, pur sempre nell’attivo contesto globale – a riprova che è esistito ed esiste uno spazio per una psichedelia eticamente matura, intellettualmente profonda e contenutisticamente caleidoscopica.

Comprendere l’esperienza psichedelica: esperienze trasformative e stati mentali “cruciali”

Descrivere un’esperienza psichedelica terapeutica come un’esperienza che catalizza una trasformazione psicologica  positiva è forse il modo più sintetico per comprendere come avviene un processo di guarigione coadiuvato da questo tipo di sostanze. Ciò che rivoluziona il modo di relazionarsi alla realtà può tuttavia dare risultati anche opposti fra loro: dalla crescita personale a (nei casi peggiori) una ricaduta psicotica.

Approfondendo il significato di queste esperienze Robert Carhart-Harris (ex direttore del Centre for Psychedelic Research presso l’Imperial College di Londra, dall’estate passato a dirigere Neuroscape, centro di ricerca multidisciplinare dell’Università della California, a San Francisco), insieme al collega Ari Brouwer, ne ha recentemente proposto un’interpretazione. Secondo loro tali esperienze possono provocare pivotal mental states”: stati mentali “cruciali”, di transizione e cambiamento,  che possono indurre esperienze catartiche, e quindi liberare da una precedente situazione di stress cronico o angoscia, oppure traumatiche. Il differente esito di questi stati mentali dipenderà principalmente dal contesto in cui vengono scaturiti e dalle caratteristiche interne del soggetto che li sperimenta.

La metafora della biforcazione (Carhart-Harris and Brouwer, 2021): l’evento intenso che scatena uno stato mentale trasformativo (indicato nell’immagine come “Pivotal Experience”) attiva il recettore 5HT2A, un recettore attivato anche dalle sostanze psichedeliche. Questa attivazione destabilizza l’equilibro dell’organismo e può sfociare in un’esperienza di crescita o in un trauma. L’esito dipende dal contesto e dalla caratteristiche di chi vive l’esperienza.

Il “contesto” descritto dagli autori integra i concetti di set e setting includendo come variabili il patrimonio genetico, le esperienze infantili, e la trama di relazioni che costituiscono la vita del soggetto e che influiscono il decorso dell’esperienza potenzialmente trasformativa.

I due ricercatori hanno individuato una serie di caratteristiche simili negli stati mentali di transizione (non solo psicologiche, ma anche bio-chimiche e neurali) indotti da situazioni anche molto diverse fra loro. Questi elementi potrebbe essere condivisi anche da tutti quegli esercizi che inducono stress in modo volontario: digiuni, isolamenti e deprivazioni sensoriali (spesso presenti nei riti d’iniziazione), ma anche pratiche come la respirazione connessa od Olotropica.

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Verso la maturità psichedelica: introduzione

Verso la maturità psichedelicaEcco l’introduzione integrale dell’antologia che raccoglie una serie di interventi selezionati dalle edizioni 2019 e 2020 degli Stati Generali della Psichedelia in Italia (volume in uscita presso AnimaMundi, collana Enteogeni).

 

Questo volume raccoglie una serie di interventi selezionati dalle edizioni 2019 e 2020 degli Stati Generali della Psichedelia in Italia: iniziative del tutto uniche e originali per il panorama nostrano, frutto dell’impegno (volontario) di esperti, professionisti e attivisti riuniti nel network-rete di Psy*Co*Re (Multidisciplinary Italian Network for PSYchedelic and COnsciousness REsearch – da pronunciare in latino PSICORE). L’idea di lanciare prima il progetto-network e poi organizzare questi eventi è nata prevalentemente dall’esigenza di porre maggior attenzione al fenomeno della rinascita psichedelica, ai rapporti tra sostanze e terapie relative agli stati “altri” di coscienza, nella loro accezione più ampia.

Il motivo di tale attenzione sta nella constatazione di un ovvio ritardo nello sviluppo di una cultura, necessariamente articolata e complessa, relativa alla ricerca di settore e alla psichedelia stessa, e più in generale, alle indagini sugli stati di coscienza – partendo da una corretta informazione relativa alla diffusione delle tecniche terapeutiche e delle terapie stesse, per altro ancora impraticabili in Italia per evidenti motivi legali. Questo ritardo rispetto non solo ai Paesi anglosassoni tradizionalmente in prima fila, cioè Gran Bretagna e Stati Uniti, bensì anche nei confronti di altre nazioni europee come Svizzera o Germania, copre l’intero spettro del revival d’interesse emerso negli ultimi anni.

Ne sono vittime sia l’ambito della ricerca scientifica in senso stretto, a partire dall’utilizzazione dei molti dati oggi reperibili e dalla condivisione delle nuove conoscenze emergenti nel campo, sia il dibattito pubblico a livello più ampio, dove informazioni spesso entusiastiche tendenti a esaltare alcuni aspetti indubbiamente positivi del cosiddetto “rinascimento psichedelico” finiscono per scontrarsi con la precedente visione mediatica e sociale che tendeva a stigmatizzare le sostanze e chi ne faceva uso, generando forti distorsioni del messaggio e confusione tra i non addetti ai lavori, spesso spiazzando chiunque fosse incuriosito e attratto da questi argomenti fino a ieri tabù.

Da qui l’urgenza di sviluppare innanzitutto modalità di comunicazione di tipo nuovo, basate su una strategia articolata e di ampio respiro, diverse da quelle usualmente utilizzate nei vari canali “underground” o in ristrette cerchie di professionisti, entrambi spesso tacciati di elitismo. Oggi queste tematiche tro- vano spazio e attenzione anche nelle testate d’informazione di taglio mainstream, negli spazi sociali online e nel mondo editoriale italiano, stimolando a loro volta la crescita del più ampio dibattito pubblico. Arrivando perfino a far qualche breccia in ambito accademico e scientifico, proponendo riflessioni originali e interventi interdisciplinari, pur nel tipico disinteresse del fronte politico-legislativo. Sull’esempio di quanto va accadendo da diversi anni altrove nel mondo, aumentano insomma gli sforzi collettivi per superare la tipica superficialità che storicamente aveva caratterizzato l’approccio, o piuttosto la sua mancanza, alla multidisciplinarietà psichedelica anche in Italia.

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Parte la “call” per gli Stati Generali della Psichedelia 2021

SGPI21È partita la pianificazione per la terza edizione degli Stati Generali della Psichedelia, in programma in versione mista (in presenza e in livestreaming) a Torino per il 10, 11 e 12 dicembre 2021. Tema centrale: VERSO LA MATURITA’ PSICHEDELICA. PRESENTE E FUTURO DELLA PSICHEDELIA IN ITALIA.

Sono previste due sezioni principali – una a inviti selezionati da un comitato e una aperta al libero contributo di tutti – dove verranno affrontati i seguenti argomenti:

* RICERCHE RECENTI O INEDITE. Novità e aggiornamenti in ogni campo di ricerca attinente alla psichedelia e agli stati di coscienza in generale, preferibilmente emerse dopo il dicembre 2020. Particolarmente graditi gli interventi riguardanti la ricerca di base e le indagini multidisciplinari relative all’ambito psichedelico in senso lato.

* 50 ANNI di PSICHEDELIA in Italia. Sezione dedicata a ricostruire la storia della psichedelia italiana.

* ARTE e PSICHEDELIA in Italia. Potranno essere proposti progetti e/o opere già realizzate di qualsiasi genere incluse: danza, teatro, performance, musica (dj set, concert), ecc.

* FG (Foreign Guests). Contributi da tutto il mondo su argomenti d’attualità riguardanti la psichedelia e gli stati di coscienza in generale.

Questo il modulo da compilare per la richiesta di partecipazione. E per ulteriori domande e/o informazioni non esitate a contattarci!

Etnobotanica 8: Acorus calamus, un rizoma aromatico

Acorus calamus DATI ETNOGRAFICI

Mondo antico

Il nome deriva dal termine greco calamos, cioè “canna”, per via della somiglianza con quest’ultima: a quei tempi veniva usato per dare un tocco di odore gradevole agli ambienti chiusi, soprattutto nelle chiese. Il nome del genere Acorus proviene da coreon, una malattia degli occhi diffusasi in Grecia per cui si somministrava il calamo aromatico. Ippocrate ne conosceva le proprietà medicinali, compare anche negli scritti di Dioscoride e Teofrasto.

Gli antichi Romani lo consideravano un potente afrodisiaco e lo associavano a Venere [1]. Alcuni resti di calamo aromatico sono stati rinvenuti nella tomba di Tutankhamen in Egitto [2]. La pianta veniva impiegata nell’antico Egitto per la produzione di profumi, oltre che nel trattamento della linfadenite cervicale [3]. Gli arabi lo lodavano come rimedio per i reflussi gastrici.

Viene menzionato 3 volte nella Bibbia: Dio istruisce Mosè affinchè prepari un olio santo per ungere tabernacolo, Arca dell’alleanza e altri oggetti rituali. La ricetta comprende mirto, franchincenso, cannella, calamo, cassia, galbano e spezie dolci (Esodo 30:23,24,34). Veniva coltivato nei giardini di Salomone (Salomone 4:14) e venduto nel mercato di Tiro in Libano (Ezechiele 27:19). Viene citato anche nel IV papiro di Chester Beatty.

L’Acorus calamus era un ingrediente della pozione d’amore medievale prescritta da Zacutus Lusitanus, famoso medico portoghese. Veniva impiegato dalle streghe nella preparazione del flying ointment insieme a solanacee delirogene ed altre piante.

Nativi americani

Il geografo Americano Sauer scrisse che il tubero di Acorus calamus veniva usato dai nativi americani prima che fosse scoperto dagli occidentali bianchi [4]. Le tribù delle praterie gli attribuivano poteri mistici, e i Pawnee ne cantavano le lodi durante le cerimonie misteriche. Gli sciamani Siouani del Nord Dakota lo utilizzavano nella loro danza sacra. Le tribù Cree e Ojibway lo masticavano durante le lunghe spedizioni di caccia come per alleviare la fame ed avere più energia.

La pianta viene associata al topo muschiato (Ondatra zibethica) che ne va ghiotto. Una leggenda dei Penobscot dice che un il topo avesse detto a un uomo di esserne la radice e dove potesse trovarlo. L’uomo, svegliatosi, andò a raccoglierla e ne fece una medicina per curare le sue genti dalla peste e, forse, anche dal colera.

I Chippewa lo inalavano contro il raffreddore, per i problemi bronchiali in una preparazione inclusiva di Xanthoxylon americanum, Sassafras variifolium e Asarum canadense. Dakota, Omaha, Winnebago e Pawnee lo masticavano o ne facevano un infuso, polverizzato veniva bruciato sulle braci per inalarne il vapore e liberare le vie aree.

I Cree ne facevano un infuso per trattare mal di testa, mal di denti e dismenorrea. I gruppi delle paludi masticavano la radice per curare faringiti ed altri problemi alla gola. Gli Abnaki bevevano il decotto tiepido di calamo come rimedio per meteorismo e flatulenza. I Sioux lo consumavano contro i disturbi gastrici, ne inalavano i fumi per alleviare il mal di testa. Lo applicavano localmente come anestetico e cicatrizzante. Lo masticavano durante le battaglie per instillare coraggio e potenziare la resistenza dei guerrieri. Lo davano ai cani da guardia per renderli più feroci, ci foreggiavano anche i cavalli per farli diventare più veloci.
Le donne Menominee la macinavano insieme a radice di sanguinaria e legno di cedro come rimedio per l’irregolarità mestruale. I Blackfott del Montana lo impiegavano come abortificente. I Meskwaki lo applicavano esternamente sulle bruciature [5].

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MindBooks di lunedì 18 ottobre

Questa la registrazione dell’ultima serata di MindBooks21 (lunedì 18 ottobre), con un’intervista di Simone Capozzi e Tiziano Canello a Jeremy Narby, antropologo canadese particolarmente interessato allo sciamanesimo e autore de Il serpente cosmico. Il DNA e le origini della conoscenza (Venexia, 2006) e Intelligenza in natura. Saggio sulla conoscenza (Rusconi, 2021).

La video-registrazione è sempre disponibile anche sulla nostra pagina Facebook, insieme alle altre degli eventi eventi di MindBooks21 (14-18 ottobre).

MindBooks di domenica 17 ottobre

Ecco la registrazione della diretta di MindBooks21 di domenica 17 ottobre. La serata si apre con una lunga conversazione tra Marcello Baraghini, fondatore di Stampa Alternativa, e Bernardo Parrella, autore del libro Rinascimento Psichedelico. La riscoperta degli allucinogeni dalle neuroscienze alla Silicon Valley (Strade Bianche, 2017).

Video-registrazione disponibile anche sulla nostra pagina Facebook.

Qui il programma completo degli eventi in livestreaming (14-18 ottobre).