Breaking Convention 2023

Breaking Convention Si è svolta nello scorso weekend presso l’Università di Exeter (contea di Devon, sud-ovest dell’Inghilterra) la sesta edizione della Breaking Convention, evento bi-annuale dedicato ai molteplici aspetti dell’universo psichedelico e autodefinitasi “il più grande convegno europeo sulla consapevolezza psichedelica”. Con oltre 200 tra relatori e animatori,  davanti a un pubblico pagante di oltre un migliaio di persone, entrambi provenienti da ogni parte del mondo, l’evento ha presentato in primis le ultimissime sulla ricerca scientifica, oltre a una varietà di interventi e discussioni che abbracciavano sociologia, legge, politica, arte, storia e filosofia e altri campi. Né sono mancati workshop, filmati, installazioni, spazi artistici e quant’altro.

Oltre a quest’ottimo resoconto di Lucid News, le prime reazioni sui social media (YouTube e Facebook) confermano gli entusiami della vigilia – in attesa di poter seguire direttamente, per chi non c’era, le videoregistrazioni di interventi e situazioni dipanatasi nella tre giorni. E d’altronde basta dare un’occhiata al programma completo e all’elenco degli speaker (in senso lato) per confermare l’indiscussa importanza dell’evento.

Fra i tanti “nomi illustri”, da segnalare: l’apertura di Jonathan Ott, pionere dell’etnobotanica, ideatore del termine “enteogeno” nonché traduttore (in inglese) dello storico LSD: My Problem Child di Albert Hofmann (1980); un intervento sulla necessità della metafisica nella ricerca e nella terapia psichedelica curato dal “filosofo della mente” Peter Sjöstedt-Hughes (membro del comitato scientifico di Psy*Co*Re); un excursus su psichedelici e la ricerca della vita dopo la morte proposta da Graham Hancock, noto esperto britannico sulle civilizzazioni antiche e le terre perdute; una conversazione a tutto campo tra Amanda Feilding (fondatrice della Beckley Foundation, maggior sponsor dell’evento) e David Luke; vari protagonisti della scena USA quali  Paul Stamets (Fungi Perfecti) e Rick Doblin (Maps).

Da notare infine la presenza di vari relatori italiani – intervenuti anche nelle varie edizioni degli Stati Generali della Psichedelia in Italia – tra cui Tommaso Barba & Bruna Gibaldi (“A New Summer of Love: long-term effects of psychedelic drugs on sexual functioning and satisfaction in healthy and depressed subjects”), Marta Santuccio (“Perspectival Neutral Monism and Psychedelic Experience”), Giorgia Gaia (“Kaos, Kilowatt & Ketamine: Spiritualities and Psychedelics in the Free Tekno Movement”), Chiara Baldini (“Mysticism, escapism, or activism? Spirituality and politics in festivals today”).

 

Lettera-appello contro l’attuale demonizzazione e repressione delle pratiche legate all’ayahuasca

La primavera scorsa il governo italiano aveva inaspettatamente applicato una manovra repressiva sull’ayahuasca, “tabellizzando” le due piante da cui ne vengono estratti i principi attivi (armalina, armina e DMT), Banisteriopsis caapi e Psychotria viridis. Tra le immediate e prevedibili conseguenze nefaste, il Santo Daime Italia (ICEFLU, Chiesa Italiana del Culto Eclettico della Fluente Luce Universale)  si è visto costretto a sospendere le loro pratiche religiose, spiegando fra l’altro: “Quindi sono centinaia le persone che, abituate tutti i mesi e tutte le settimane a partecipare alle loro pratiche religiose, non possono più esercitare la loro libertà di culto. Questo, da un altro punto di vista, è sicuramente una cosa grave, che crea un danno che non ha prezzo, inestimabile.”

Il Santo Daime Italia è attivo da oltre 30 anni, coinvolge centinaia di persone e nelle cerimonie non si sono mai verificati problemi di nessun tipo, né di salute né di ordine pubblico. E le chiese del Santo Daime nel mondo hanno delle deroghe alla legge sugli stupefacenti per uso rituale in un contesto controllato religioso in Paesi come Brasile, Perù, Stati Uniti e Canada.

Oggi nelle ceremonie del Santo Daime Italia si beve acqua anziché ayahuasca, affidandosi al Grande Spirito per il buon esito della vicenda, replicando così quanto avvenne negli Stati Uniti nel corso della battaglia legislativa intrapresa dalla União do Vegetal.

Nonostante gli appelli alle autorità e ai giudici nostrani, da  allora non si sono avuti aggiornamenti di alcun tipo. Nessun riscontro neppure alla nostra lettera aperta, indirizzata nel maggio scorso all’allora Ministro della Salute Roberto Speranza, in cui si diceva fra l’altro: «i numerosi professionisti, ricercatori ed esperti della materia coinvolti a vario titolo nella rete Psy*Co*Re si dichiarano interessati e disponibili a condividere – in qualità di consulenti interdisciplinari – il patrimonio di conoscenze raccolte in questi anni allo scopo di avviare un dialogo costruttivo e collaborativo sulla normativa in questione e, più in generale, sulle future politiche in tema di “droghe”».

Da notare che il giro di vite italiano ripropone analoghe restrizioni applicate da qualche anno in Francia, mentre recentemente anche in Spagna si sono verificate uscite sensazionalista e demonizzatrici dello stesso tenore. Sembra insomma che il quadro europeo si stia rapidamente muovendo verso la criminalizzazione dell’ayahuasca e di chi ne fa uso a vario titolo,  nonostante i molteplici e positivi sviluppi scientifici su questa e altre sostanze psichedeliche, oltre che in opposizione alla scena latino-americana dove questi rituali e pratiche restano al centro delle culture indigene (ma non solo).

In aggiunta all’ovvia libertà di religione, occorre ribadire che a livello globale l’odierno approccio culturale-scientifico è sempre più indirizzato ad armonizzare l’interdisciplinarietà, ben al di là del solo ambito psichedelico, nel nome di una rinnovata libertà cognitiva e dell’affermazione al diritto di frequentare ed esplorare liberamente i propri stati di coscienza, in rinnovata armonia con un sistema ecologico diversificato, ampio e fatto di nicchie ed ecosistemi in continua simbiosi e inter-relazione reciproca.

Non a caso il Chacruna Institute di San Francisco ha appena diffuso un’ampia lettera-appello che fa seguito ai problemi emersi in Spagna, per sensibilizzare l’opinione pubblica su queste dannose svolte repressive e disinformative, per affermare la solidarietà globale con gruppi e utenti spagnoli, e per sollecitare le autorità a rispettare la libertà di chi usa l’ayahuasca nei rituali religiosi. È anche possibile sottoscrivere direttamente la lettera-appello, di cui riportamo qui di seguito alcuni stralci tradotti (in cui si cita anche l’attuale situazione italiana).

«….Tra le ripercussioni negative c’è il caso di un utente di YouTube che si è infiltrato per nove mesi in un gruppo del Santo Daime in Spagna, utilizzando una telecamera nascosta per filmare cerimonie private senza autorizzazione. Costui ne ha poi pubblicato un video molto sensazionalista e autopromozionale, che ha raccolto quasi 600.000 visualizzazioni. Ha anche sporto denuncia per tentato rapimento dopo essere stato scoperto da uno dei membri del Santo Daime. Da allora, è stato invitato in diversi programmi televisivi, dove ha accusato il Santo Daime di essere una setta pericolosa che fa il lavaggio del cervello e fornisce sostanze illecite senza alcuna precauzione sanitaria o di altro tipo. Oltre alle ripercussioni del caso, la percezione pubblica dell’ayahuasca è progressivamente peggiorata, poiché poco dopo sono avvenuti raid e arresti di membri di due gruppi neosciamanici. (…)

L’emergere dell’ayahuasca come problema di salute e sicurezza pubblica, tuttavia, non si limita al caso della Spagna. Nel marzo 2022, il Ministero della Salute italiano ha emesso un decreto che vieta l’ayahuasca e le sue piante componenti, nonché i suoi costituenti attivi. La decisione del governo italiano ha colto di sorpresa i membri del Santo Daime nel paese, costringendoli a tenere le loro cerimonie bevendo acqua invece che ayahuasca come forma di protesta, come ha fatto l’União do Vegetal negli Stati Uniti durante il loro caso giudiziario. (…)

L’Italia ha seguito un approccio simile alla Francia. Nel 2005, appena tre mesi dopo l’assoluzione di un gruppo del Santo Daime a Parigi, accusato di consumo e traffico di sostanze illecite, il governo francese, attraverso il Ministero della Salute, ha vietato l’ayahuasca e le piante utilizzate per la sua produzione. Nel 2019 il leader dello stesso gruppo del Santo Daime assolto nel 2005 è stato nuovamente arrestato, e poi rilasciato su cauzione dopo essere stato detenuto per quattro giorni. Attualmente è in attesa del processo e potrebbe essere condannato a diversi anni di carcere. (…)

Stante questo scenario di arresti, procedimenti giudiziari, denunce sensazionalistiche e diffusione di paure, diffidenze e disinformazione, è necessario affrontare l’argomento in modo attento, lasciando da parte pregiudizi e preconcetti. È fondamentale in un momento come questo analizzare le conoscenze accumulate sul tema dell’uso religioso dell’ayahuasca, nonché comprendere i contesti in cui la regolamentazione della bevanda è avvenuta con successo, creando modelli di politica pubblica che possono essere studiati e adottati in altri contesti socioculturali. (…)

Il pregiudizio proibizionista legato allo stigma nei confronti di gruppi che usano l’ayahuasca, dipinti come “sette pericolose” dai mass-media anche dalle autorità pubbliche, serve solo a oscurare ed criminalizzare le minoranze religiose e le popolazioni tradizionali. (…) La regolamentazione dell’ayahuasca, e il riconoscimento dei gruppi che ne fanno uso, è un risultato non solo desiderabile ma necessario».

Programma degli Stati Generali della Psichedelia in Italia 2022 (SGPI22)

SGPI22 Come già annunciato, la quarta edizione degli Stati Generali della Psichedelia in Italia 2022 (SGPI22), si svolgerà il 16 e 17 dicembre p.v. in livestreaming online (le video-registrazionei saranno disponibili tramite questo gruppo privato su Facebook, previo accredito come specificato sotto).

Gli SGPI22 sono indetti dal CCCTo (Centro Cultura Contemporanea Torino) e prevedono diversi interventi e iniziative esterne organizzate autonomamente da alcuni partner del network ma anche da gruppi indipendenti. Qui di seguito il programma complessivo: La prima parte riguarda soprattutto strutture e attività del network mentre la seconda parte propone contributi dei poli del network e dei gruppi indipendenti.

L’accesso alle sessioni è libero previo accredito (occorre compilare questo modulo online) e sarà comunque gradito un contributo libero, etico e consapevole. Con un contributo minimo di 30€ si riceverà gratuitamente anche una copia dell’antologia “Verso la maturità psichedelica”, raccolta di interventi dalle edizioni 2019 e 2020 degli SGPI.

Il target dell’evento riguarda prevalentemente per gli addetti ai lavori — psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, medici, farmacologi , farmacisti, anestesisti, counselor, editori, scrittori, etnobotanici, consulenti aziendali, artisti, filosofi, antropologi, ecc., uditori qualificati variamente interessati ed eventualmente studenti delle varie discipline — ma resta aperto anche a chiunque sia interessato all’argomento — prevedendo anche interventi accessibili a un pubblico più generalista. (Qui maggiori dettagli).

Questo di seguito è il programma definitivo, mentre qui c’è una versione più estesa con altre informazioni sui temi, relatori ed eventuali aggiornamenti in tempo reale.

VENERDI’ 16 DICEMBRE 2022

ore 14-14.45: Apertura lavori e commento situazione generale del network.
Alessandro Novazio (ideatore e co-fondatore rete Psy*Co*Re, direttore CCCTo, co-fondatore MeshRooms (PCT consulting) e Agostino Formichella, editore di Eco dai Palazzi, co-fondatore MeshRooms (PCT consulting) [PCT=Psychedelic Consciousness Technology]

14.45 – 15.30: Maturità psichedelica, gettare ponti, libertà cognitiva (Alessandro Novazio)

15.30 – 16.00: Relazione annuale sullo stato della filiera PCT (Agostino Formichella)

16.00 – 16.30: Break

Focus EDT (editoria)

16.30 – 17.00 Panoramica italiana del settore editoriale/informativo

17 – 17.45: MindBooks: L’editoria della mente – Novità editoriali e bibliografia ragionata minima suggerita dai relatori intervenuti agli SGPI22

Focus IO –  Osservatorio Internazionale

17.45 – 18.15: Aggiornamento sullo scenario internazionale (Bernardo Parrella)

18.15 – 18:30 Break

Focus gruppo  FPT  (Frontiere PsicoTerapeutiche)

18.30 – 19.30 Psichedelici in psichiatria?  Pierluigi Lattuada, Leonardo Montecchi e Riccardo Zerbetto – modera Carolina Camurati

19.30 Chiusura lavori

– Serale dopo cena:

Collegamento esterno di 30 minuti con intervento via canale e-TV  “Facciamo finta che” , a cura del gruppo indipendente blogger Lamberti

SABATO 17 DICEMBRE 2022 (Contributi dei partner e dei gruppi indipendenti)

10.30: Inizio lavori

– Facciamo il punto su:

10.35 -10.45: Bocciatura referendum cannabis/ lettera aperta all’ex ministro Speranza  (Alessandro Novazio)

10.45 -11.15: Normativa “anti rave” (Roberto Landolfi)

11.15 – 11.45: Tabellazione ayahuasca (Katya Saro)

11.45 – 12.15: IT/ PCR  La ricerca  in Italia (Serrao) [PCR=Psychedelic Consciousness Research]

12.15 – 12.30 – 15 minuti – AMR, Amanita Muscaria Research (Gianluca Toro e Alessandro Novazio)

12.30-13.00:  Contributo gruppo indipendente Ophidian Pharmakon: Sperimentazioni sui possibili effetti medicinali dell’Amanita Muscaria

13.00-14.30:  Pausa pranzo

14.30: Apertura lavori pomeridiani

14.35 -15.00: Contributo polo partner Istituto di Biosonologia (Domenico Sciajno)

Spazio Ospiti

15.00 – 15.45: Verso un’architettura psichedelica (Claudio Catalano)

15.45-16.30: Essere “padroni” di sé stessi: Dialogo sul concetto di Libertà Cognitiva (Marco Mazzocca)

16.30-16.45: Break

16.45-17.30: Due nonni psichedelici: Ernst Jünger e Albert Hofmann (“DIO” alias Alessandro Paolucci)

17.30-18.30: Tavola rotonda: Situazione dell’informazione e della comunicazione su temi “psichedelici” in Italia (G. Cazzetta, E. Bosio, A. Novazio, modera A. Formichella)

18.30-19.00: Contributo Gruppo Ricerca  SNOC (Leonardo Montecchi / Annalisa Valeri)

19.00 Sintesi e chiusura dei lavori

– Altri eventi programmati nei giorni 16 e 17 dicembre senza livestreaming online:

Contributo gruppo indipendente  Transpersonal-training, Respirazione Olotropica Italia, Francia, Svizzera. Formazione.  Mario Lorenzetti

Contributo gruppo indipendente la Grotta del “Non so”

Meditazione di gruppo – Ci troviamo nel presente dando priorità al NON SÒ. Diamo spazio al percepire l’ignoto – Psichedelia e meditazione

Video-presentazione dell’antologia “Verso la maturità psichedelica”

Ecco la video-registrazione integrale (1:33:17) della presentazione online dell’antologia “Verso la maturità psichedelica” (AnimaMundi edizioni, 2022), raccolta selezionata di interventi dagli Stati Generali della Psichedelia in Italia 2019 e 2020, a cura della rete Psy*Co*Re.

Intervengono:
– Giuseppe Conoci (AnimaMundi Edzioni)
– Carolina Camurati (psicologa ad orientamento junghiano)
– Tiziano Canello (psicologo clinico, abilitato metodo Respira)
– Annalisa Valeri (psicologa clinica con esperienza di tradizioni amazzoniche)
– Riccardo Zerbetto (psichiatra e psicoterapeuta, direttore del CTSG)

Verso la maturità psichedelica: introduzione

Verso la maturità psichedelicaEcco l’introduzione integrale dell’antologia che raccoglie una serie di interventi selezionati dalle edizioni 2019 e 2020 degli Stati Generali della Psichedelia in Italia (volume in uscita presso AnimaMundi, collana Enteogeni).

 

Questo volume raccoglie una serie di interventi selezionati dalle edizioni 2019 e 2020 degli Stati Generali della Psichedelia in Italia: iniziative del tutto uniche e originali per il panorama nostrano, frutto dell’impegno (volontario) di esperti, professionisti e attivisti riuniti nel network-rete di Psy*Co*Re (Multidisciplinary Italian Network for PSYchedelic and COnsciousness REsearch – da pronunciare in latino PSICORE). L’idea di lanciare prima il progetto-network e poi organizzare questi eventi è nata prevalentemente dall’esigenza di porre maggior attenzione al fenomeno della rinascita psichedelica, ai rapporti tra sostanze e terapie relative agli stati “altri” di coscienza, nella loro accezione più ampia.

Il motivo di tale attenzione sta nella constatazione di un ovvio ritardo nello sviluppo di una cultura, necessariamente articolata e complessa, relativa alla ricerca di settore e alla psichedelia stessa, e più in generale, alle indagini sugli stati di coscienza – partendo da una corretta informazione relativa alla diffusione delle tecniche terapeutiche e delle terapie stesse, per altro ancora impraticabili in Italia per evidenti motivi legali. Questo ritardo rispetto non solo ai Paesi anglosassoni tradizionalmente in prima fila, cioè Gran Bretagna e Stati Uniti, bensì anche nei confronti di altre nazioni europee come Svizzera o Germania, copre l’intero spettro del revival d’interesse emerso negli ultimi anni.

Ne sono vittime sia l’ambito della ricerca scientifica in senso stretto, a partire dall’utilizzazione dei molti dati oggi reperibili e dalla condivisione delle nuove conoscenze emergenti nel campo, sia il dibattito pubblico a livello più ampio, dove informazioni spesso entusiastiche tendenti a esaltare alcuni aspetti indubbiamente positivi del cosiddetto “rinascimento psichedelico” finiscono per scontrarsi con la precedente visione mediatica e sociale che tendeva a stigmatizzare le sostanze e chi ne faceva uso, generando forti distorsioni del messaggio e confusione tra i non addetti ai lavori, spesso spiazzando chiunque fosse incuriosito e attratto da questi argomenti fino a ieri tabù.

Da qui l’urgenza di sviluppare innanzitutto modalità di comunicazione di tipo nuovo, basate su una strategia articolata e di ampio respiro, diverse da quelle usualmente utilizzate nei vari canali “underground” o in ristrette cerchie di professionisti, entrambi spesso tacciati di elitismo. Oggi queste tematiche tro- vano spazio e attenzione anche nelle testate d’informazione di taglio mainstream, negli spazi sociali online e nel mondo editoriale italiano, stimolando a loro volta la crescita del più ampio dibattito pubblico. Arrivando perfino a far qualche breccia in ambito accademico e scientifico, proponendo riflessioni originali e interventi interdisciplinari, pur nel tipico disinteresse del fronte politico-legislativo. Sull’esempio di quanto va accadendo da diversi anni altrove nel mondo, aumentano insomma gli sforzi collettivi per superare la tipica superficialità che storicamente aveva caratterizzato l’approccio, o piuttosto la sua mancanza, alla multidisciplinarietà psichedelica anche in Italia.

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La scommessa psichedelica

LSD 1943È questo il titolo di una raccolta di saggi, curata da Federico di Vita, sull’impatto della rinnovata attenzione verso le sostanze psichedeliche nella società contemporanea. Già prevista a maggio in concomitanza con il Salone del Libro di Torino, l’uscita del libro è stata rimandata a inizio ottobre (anche se titolo e immagine di copertina non sono ancora definitive). Di seguito una presentazione in anteprima del volume, oltre a una ulteriore scheda sugli autori e sui contenuti dei vari saggi.

Dopo decenni di misconoscimento le sostanze psichedeliche sono tornate nelle università, nei centri di ricerca, sui giornali e sulle riviste di tutto l’Occidente, grazie alle importanti scoperte scientifiche che le invocano come next big thing dei trattamenti psichiatrici. Sono usciti libri, anche in Italia, che hanno contribuito a far mettere a fuoco la rilevanza di tali studi a un pubblico sempre più vasto. Manca però ancora l’ultimo passaggio, quello che ci proponiamo di fare con questo volume: mostrare come il Rinascimento psichedelico, oltre che per i futuri impieghi terapeutici, sia già al giorno d’oggi parte integrante di tanti aspetti delle società e delle culture occidentali.

La riemersione della psichedelia dal sottosuolo in cui era stata relegata alla fine degli anni ‘60 si è coagulata, nella rappresentazione pubblica, su tre temi principali: la ricerca medica sull’impiego di sostanze psichedeliche nel trattamento di varie patologie (Sindrome da stress post-traumatico, ansia di morte nei malati terminali, dipendenze da sostanze tossiche come l’alcol, depressione, persino cefalea a grappolo); la diffusione sempre più ampia dei riti neo-sciamanici a base di ayahuasca nell’ambito di contesti di accrescimento personale; la pratica del microdosing di LSD come coadiuvante dell’umore e della produttività, di moda nella Silicon Valley e presso le classi creative nelle metropoli occidentali.

Dietro questi temi, con risalto assai minore, fanno capolino numerosi altri: la diffusione dei “festival trasformativi”, dal Burning Man al portoghese Boom; le persistenti vene di psichedelia sempre più visibili nelle arti più diverse, anche nel mainstream: dalle incursioni pop nelle dimensioni del DMT di un Doctor Strange, alla nuova letteratura “strana” europea (Tom McCarthy, Mircea Cărtărescu, Antoine Volodine, etc.).

È sulla base di questi spunti molti hanno parlato, a partire dai primi anni Dieci, di Rinascimento psichedelico, una definizione che può trovare il suo emblema nelle affascinanti immagini in risonanza magnetica del cervello acceso dalla psilocibina realizzate da Robin Carhart-Harris e Giovanni Petri. Novità che i media hanno riportato con toni – ineditamente – favorevoli, tanto da far apparire quasi prossimo il momento in cui le società occidentali cesseranno di percepire come una minaccia il consumo di sostanze psicoattive, e abbandoneranno il riflesso condizionato che associa la “droga” (nel dibattito politico ancora anacronisticamente declinata sempre al singolare) alla criminalità e a comportamenti autodistruttivi; solo allora potremo sperare in una liberalizzazione del consumo.

In questo contesto, che autorizza un certo ottimismo, si levano tuttavia, dall’interno dello stesso movimento psichedelico, alcune voci di perplessità: c’è chi, come Erik Davis (Techgnosis), paventa gli effetti di normalizzazione che una visione della psichedelia troppo entusiasta sugli aspetti medici può comportare; si moltiplicano inoltre le notizie sugli effetti deleteri del “turismo dell’ayahuasca” nei paesi del Centro e Sud America. Dal canto suo, David Nickles (DMT-Nexus) sostiene che nell’attuale assetto economico, la liberalizzazione rischierebbe di mettere nelle mani delle multinazionali farmaceutiche una gallina dalle uova d’oro saldamente subordinata alla logica del profitto.

Consapevoli di tali tensioni, col presente progetto di volume, intendiamo fornire una serie articolata, consequenziale e coesa di riflessioni che mostrino come la psichedelia stia espandendosi, in modo sempre meno sotterraneo, e non solo nel campo terapeutico ma anche nell’arte, nella musica, nella letteratura e nella cultura pop, fino alla tecnologia, alla “Internet culture” e alla politica.

(Qui un’ulteriore scheda sugli autori e sui contenuti dei vari saggi).

Una riflessione sulla Ierà Odòs eleusina

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa riflessione di Andrea Orsini* da Tunquén, in Cile, a margine dell’intervento tenuto da Riccardo Zerbetto agli Stati Generali della Psichedelia 2019 sul tema della Via Eleusina e delle origini dello sciamanesimo europeo, proposto qui pochi giorni fa.

La bella relazione di Riccardo Zerbetto su Eleusi mi spinge verso riflessioni e ricordi concatenati. La via sacra, la Ierà Odòs che da Atene portava al santuario di Eleusi implica anche una via inversa. Un riflusso da quel luogo di profondo e inesprimibile contatto con la vita, un contro-movimento verso Atene, che per Giorgio Colli segna la nascita della filosofia. Nei primi anni’80 la buona sorte mi aveva portato a intense esperienze con l’LSD nel contesto protettivo e favorevole del teatro di ricerca, dove ero impegnato a tempo pieno. Mi resi subito conto delle implicazioni culturali di quelle esperienze.

In assenza di guide o maestri, guardavo la foto del cileno Claudio Naranjo sul libro di Peter Stafford [Psychedelic Enciclopedia, Ronin Publishing, 1978] edito in Italia da Cesco Ciapanna come alla traccia di un mondo lontano. Quindi mi misi a studiare filosofia e antropologia, senza incontrare le risposte che cercavo, se non in parte negli studi orientali. Qualche anno dopo incontrai Alessandro Fersen per un colloquio di lavoro. Fui assunto come segretario e assistente. Non sapevo che a Colli lo legasse una fratellanza, che dai tempi della guerra si è estesa per decenni, con incontri regolari in un bar di Firenze. Uno veniva da Roma e l’altro da Pisa. Oggetto di questi incontri: una riflessione sulla Ierà Odòn eleusina, per le due direzioni.

Fersen, genovese, laureato in filosofia con Rensi negli anni ’30, dedicatosi al teatro nel dopoguerra, regista e saggista, aveva fondato una suola per attori che è stata tra le più importanti in Italia. La sua vera passione, sulle orme di Nietzsche, era la Grecia classica. Conosceva a memoria la tragedia senza traduzione. Non per un’aspirazione formale o estetica. Voleva andare oltre i testi, tornare alle origini, a quei misteri dove vedeva il punto sorgivo della cultura, l’avvento delle mitopoiesi. Su queste basi elaborò un metodo per esplorare gli stati non ordinari di coscienza, che chiamò mnemodramma. Gli studenti della sua scuola (a lato dei corsi di dizione, recitazione e movimento) potevano anche partecipare al laboratorio di mnemodramma del lunedì.

Per anni ho accompagnato questo originale ricercatore nelle sedute e discusso sulle esperienze a fine giornata. L’essenza di questo metodo può essere definita “via negativa”. Un percorso di “spoliazione e discesa” verso quei luoghi dell’interiorità dove contenuti rimossi si riattualizzano con rinnovato e riconquistato senso. Già molto anziano, Alessandro sopportava con pazienza le mie critiche. Accettavo ovviamente l’essenza della cosa, il viaggio interiore, il cerchio di protezione, la riconnessione delle anime alla propria vocazione “culturale”, nel senso antropologico del termine. Ma insistevo sull’utilità dei catalizzatori psichedelici per accelerare e approfondire questi processi. Lui diffidava della scorciatoia del farmaco. Poteva permetterselo perché la droga era lui stesso, con la sua straordinaria capacità di indurre stati di trance.

Oggi, scrivendo queste righe di commento alla relazione di Zerbetto, per gentile invito di Alessandro Novazio, rifugiato sulla scogliera cilena dall’onda dilagante della pandemia, mi sento di condividere queste riflessioni su quanto ho appreso dai miei due maestri, che hanno dedicato la loro vita a Eleusi.

Fersen mi ha insegnato che per andare da Atene al santuario bisogna spogliarsi di ogni aspettativa, premeditazione, tecnica, filosofia, psicologia o scienza. Colli si è occupato del ritorno dal santuario alla città. Taglia corto Colli, le filosofie del soggetto sono un equivoco fuorviante. La filosofia classica è filosofia dell’oggetto. “Se stiamo parlando di qualcosa stiamo parlando di un oggetto”. Se il “contatto” appartiene al mistero, appena fuori dal recinto di Eleusi il discorso conseguente non potrà che essere logico e dialettico. Un programma che vedeva rispecchiato nei presocratici, Eraclito, Parmenide e Zenone. “L’intelligenza greca è congiunta alla vita sorgiva, pur nelle sue estreme astrazioni. Il cammino tra sensazioni e concetti è continuo, senza spezzature…”.

In questo senso la filosofia critica è al servizio della verità, che appartiene soltanto all’esperienza. E soltanto con questa coerenza sfugge al pericolo di un vuoto nichilismo, intellettuale o mercantile. In oriente il buddhismo di Nagarjuna si è espresso sulla stessa linea. Il tema è quanto mai attuale e politico. Siamo in un mondo preda di vecchi e nuovi “assuntori di potere”, ovvero di quei “fantasmi usurpatori” descritti da Max Stirner e da Nietzsche, che lavorano incessantemente per imporci simulacri del “reale”, lo stato, la religione, la scienza, il sesso di gomma o qualsiasi altro oggetto di marketing, con l’oscuro fine di espropriarci dal nostro diritto naturale all’autoconoscenza.

Sono passati oltre trent’anni da queste frequentazioni, conservo il ricordo della freschezza e del coraggio di questi autori, ma, forse proprio grazie a loro, ritengo che la complessità di questa materia non sia riducibile a nessuno schema. Non c’è un netto andare all’esperienza e un netto ritornare, un puro solvere e un puro coagulare. La vita è un processo dinamico che si auto-rivela nel punto di equilibrio tra emozione e forma, o tra esperienza e pensiero, sempre compresenti. Una buona filosofia può funzionare da “vaccino” contro le sclerosi che ostacolano tale processo. Ancora più vicini a Eleusi saremo fluendo nell’Arte di ruotare, o danzare, intorno a quel centro segreto, luminoso e ineffabile che portiamo in noi stessi.

* Andrea Orsini (Roma, 1960) ha studiato antropologia e filosofia (Università La Sapienza, Roma). Ha lavorato nel teatro di ricerca con il Teatro dell’IRAA come associato e con Alessandro Fersen come assistente. Focalizza i suoi studi sulle tecniche del corpo e gli stati coscienza. Nel 1983 apprende il Tai Chi da Peter Yang conservandone la pratica. Dal 1990 si è dedicato al design di oggetti d’uso e materiali per l’architettura, integrando operazioni artistiche con progetti d’impresa. Dal 2015 si occupa di progetti olistici orientati alle relazioni tra corpo, colore, suono e medicina.