Si è tenuto nei giorni scorsi a Berlino il convegno internazionale Insight 2021: from science to implementation, organizzato dalla MIND Foundation. Tre giorni dedicati a esplorare le potenzialità trasformative della ricerca e della terapia psichedelica, con decine di relatori di ogni parte del mondo davanti a un pubblico attento e variegato (online e in presenza).
Il nostro reportage esclusivo parte dalla chiusura dell’evento, quando Henrik Jungaberle, direttore esecutivo della stessa fondazione psichedelica tedesca (ma che si vuole assolutamente europea) ha puntualizzato: «We will meet again in 2023, in the meanwhile: work hard». Per poi ritrovarsi in piena notte a discutere con Rick Doblin (direttore di MAPS, la maggiore organizzazione statunitense e mondiale nel campo, a cui si deve fra l’altro la campagna per l’approvazione della terapia con MDMA per la cura del PTSD in Usa) sui divani del Sysiphos, versione colorata e psichedelica del celebre Berghain. Un episodio chiave per avvicinarci alla visione berlinese che coniuga trasgressione e innovazione.
La distensione del clima la sera di domenica non deve però far credere che l’evento sia stato una commistione fra conferenza scientifica e festival psichedelico. Insight 2021 si è distinta come evento di assoluto rigore scientifico e rispettabilità accademica, in accordo con i valori contemporanei della MIND Foundation. Protagoniste infatti sono state le discipline medico-terapeutiche, in primis psichiatria e neuroscienze, seguite da psicoterapia, psicologia, filosofia e scienze umane. Ma quali le mosse specifiche verso quella che andiamo definendo come “maturità psichedelica“?
Sicuramente l’intervento di Gerhard Gründer, psichiatra direttore del trial clinico con psilocibina più grande d’Europa, è stato un buon segnale di partenza: le sostanze psichedeliche potranno forse rivoluzionare il modo di fare terapia ma non potranno certamente risolvere l’attuale crisi della salute mentale, l’aumento inarrestabile dei disturbi depressivi resistenti ai trattamenti e dei suicidi (tragicamente in crescita anche fra i più giovani), né tantomeno la crisi ecologica o economica. Anche solo pensarlo sarebbe immaturo, appunto.
L’impressione complessiva è dunque quella di aver superato la fase iniziale in cui il “rinascimento” psichedelico destò facili entusiasmi, nel percorso verso lo stadio successivo in cui si intende effettivamente portare questo “fenomeno” a maturità, interrogandosi su come implementare gli psichedelici nella società attuale. Ciò ha spinto a interrogarsi, nei vari panel e interventi dell convegno, sull’uso etico di queste sostanze per rivelarne il potenziale di ridimensionamento dell’ego individuale e di riconnessione con l’ambiente circostante.
A giovarne potrebbero (e dovrebbero) essere non solo i “pazienti” in senso lato, ma qualsiasi cittadino adulto e consapevole, come i meditatori esperti alle prese con la psilocibina nello studio dello psichiatra svizzero Franz Vollenweider. La prima esperienza con i piccoli maestri psilocibinici è stato documentato dal film “Descending The Mountain” presentato in anteprima alla conferenza: uno sguardo artistico sulla psichedelia raffinato e originale.
E l’aspetto business? Non è certo una novità la nascita di numerose start-up specializzate e agguerrite, principalmente nel settore sanitario. Sul palco di Insight2021 si sono perciò avvicendati anche economisti e direttori d’aziende, per lo più sostenendo nuove forme di capitalismo psichedelico sostenibile, costruttivo e non estrattivo. Senza però riuscire a dissipare del tutto timori e paure paura che ciò rappresenti un’altra efficace forma di greenwashing.
Spostandoci invece su argomenti meno pragmatici, si è percepito il diffondersi della filosofia del “nuovo materialismo” : una visione monistica di impronte spinoziane senza intenti riduzionisti, per cui ogni fenomeno della realtà è contemporaneamente coscienza e materia. Una visione che sembra accordare la visione scientista e naturalista con l’intensità mistica delle esperienze psichedeliche, per cui già si parla di “misticismo materialista”.
Sembra insomma la società occidentale stia velocemente integrando gli psichedelici (chimici), mentre stavolta erano del tutto assenti i rappresentanti degli approcci di ispirazione sciamanica o neo-sciamanica e (soprattutto) delle culture indigene. Pur se, tra i vari oggetti di discussione, sono stati affrontati problemi quali la globalizzazione, l’appropriazione culturale e il turismo psichedelico, nonché la storicità dell’uso indigeno delle ‘piante di medicina’ (non così diffuso come ci si sente spesso raccontare). Una diversità che – va detto – appariva alquanto ridotta al covegno berlinese, frequentato principalmente da addetti ai lavori e studenti universitari occidentali.
D’altro canto, va però notato che il movimento psichedelico globale è in crescita continua e si sta diversificando. Insight 2021 si inserisce infatti in un continuum che spazia dai festival culturali underground, come Medicine Festival, eventi prettamente orientati all’economia e alle prospettive imprenditoriali, come PsyTech.
In ultima analisi, Insight 2021 è stata la più importante conferenza scientifica avvenuta fin’ora in Europa in modalità ibrida (online e in presenza) dominata da prospettive volte al futuro e non al passato degli anni ’60. Un passo importante, da cui derivano domande altrettanto importanti: La maturità psichedelica evolverà in una neonata psichedelia etica, sostenibile e decriminalizzata? Le terapie psichedeliche rivoluzioneranno davvero gli approcci alla salute mentale? Saranno accessibili a tutti e integrate nella sanità pubblica?
Questioni sempre più urgenti a livello globale, a cui non mancheranno di (provare a) rispondere altri eventi in programmazione. Tra questi, segnaliamo ALPS, la maggiore conferenza psichedelica svizzera (29-31 ottobre a Losanna), mentre come Psy*Co*Re stiamo preparando la nuova edizione degli Stati Generali della Psichedelia in Italia (10-11 dicembre) e MindBooks, evento off del Salone del Libro di Torino (14-18 ottobre).