Molti utilizzatori di stupefacenti vivono nell’ombra e non chiedono aiuto, o peggio pensano di essere fuori gioco, stigmatizzati da paradigmi sociali e approcci farmacocentrici focalizzati sul symptoma e non sulla persona. Essere portati in ospedale, affidati alla sicurezza o alla polizia, durante una esperienza psichedelica intensa può essere incredibilmente traumatico e aumentare il rischio di danni emotivi e psicologici a lungo termine.
Un’esperienza psichedelica può essere altresì un’esperienza di trasformazione, di assunzione di un nuovo punto di vista sulla propria vita e sulle piccole o grandi sofferenze che possiamo vivere quotidianamente. Può quindi essere catalizzatrice di un miglioramento evolutivo, per cominciare coraggiosamente a cambiare quei comportamenti che ci boicottano – come la dipendenza, di qualsiasi genere essa sia – accompagnandoci verso la guarigione da un trauma o da una depressione. Allo stesso tempo però, le sostanze psichedeliche (come altre piante, funghi o sostanze psicotrope) possono anche causare un effetto psicologico duraturo, anche negativo, quando non correttamente processato.
Il processo di integrazione implica la possibilità di offrire una lettura diversa e molteplici chiavi interpretative di un’esperienza psichedelica passata, all’interno di una cornice più ampia di senso. Un circolo di integrazione psichedelica è uno spazio protetto, in cui set e setting sono disposti in modo tale di favorire tra i partecipanti la condivisione delle proprie esperienze, anche interiori, per comprendere ulteriormente se stessi e ricevere supporto dal gruppo.
L’obiettivo è infatti quello di sostenersi a vicenda nel processo di integrazione dell’esperienza psichedelica nella propria vita quotidiana. Dove integrazione vuol dire:
elaborare il materiale emerso nel viaggio; dare un senso all’esperienza; rielaborare e processare, in caso di un’esperienza difficile; approfondire certe introspezioni e idee arrivate durante il viaggio; definire come i cambiamenti che l’esperienza ha portato possano essere sostenibili e integrabili nella propria esistenza; permettere una condivisione in cui il feedback del gruppo diventa supporto e stimolo per chi parla; far parte di uno spazio protetto e senza giudizio, generativo e orizzontale (da qui l’idea di “cerchio”).
Questa, in poche parole, la vision e la mission di Eutopia, che ha sede a Bari e ha riattivato proprio in questi giorni il servizio telefonico di supporto, integrazione e accompagnamento alle esperienze psichedeliche. Il numero di telefono (338-708-7047) è da contattare per chiedere consigli e informazioni rispetto all’utilizzo di psichedelici, sia per gli utilizzatori che per i loro cari, oltre che essere un mezzo per capirne di più su questa categoria di molecole e determinare l’eventuale necessità di ulteriore aiuto.
La Helpline aiuta ad acquisire informazioni ed è volta alla riduzione dei rischi e dei danni associati al consumo, e gli operatori sono specialisti con formazione ed esperienza in medicina psichedelica, dipendenze patologiche e sostanze da abuso. Con un approccio amichevole, non giudicante, cercano di supportare al meglio i bisogni di chi si rivolge. Le conversazioni sono, ovviamente, strettamente confidenziali.
Altri progetti utili in quest’ambito sono Intermedium, lo sportello di integrazione psichedelica di Neutravel, e i Cerchi di Iside, organizzati periodicamente dalla Società Psichedelica Italiana, di cui si è parlato anche nei recenti Stati Generali della Psichedelia in Italia 2020, e su cui torneremo presto qui in maggior dettaglio. Chiunque volesse attivare qualche progetto analogo nella propria zona, o anche per avere maggiori informazioni al riguardo, non esiti a contattarci.